Se son rose moriranno, un intrigo spinoso di Cristina Rava
Quando di un giallo si realizza una saga per il nuovo nato è segno di successo. È il caso di “Se son rose moriranno“, seguito della saga del commissario Rebaudengo il personaggio creato da Cristina Rava, che, nella recensione che trattiamo, giunge alla quinta indagine.
Non si ferma e continuerà ancora per altri appuntamenti con il suo pubblico di fedelissimi.
La coppia formata dal, promosso, vice-questore Bartolomeo Rebaudengo e dalla sua compagna, il medico legale Ardelia Spinola non sembra avere tregua. All’inizio le indagini partono come ordinaria routine e prenderanno spunto da un casuale ritrovamento di un pacchetto contenente cinque chili di cocaina purissima nel tronco di un albero.
In aggiunta ci sono strani decessi. Sulle prime sembrano morti naturali di persone anziane non in perfetta salute. Come per le ciliegie, sembra che una morte tiri l’altra, e paiono decessi naturali. Persino troppi!!
Nel romanzo c’è pure l’avvelenamento di un gatto e la padrona, la dottoressa Ardelia Spinola, farà effettuare l’autopsia dalla scientifica e non semplicemente da un centro veterinario.
I casi sospetti
Fra questi, quello del dott. Steiner, zio di Ardelia, che si frattura una caviglia cadendo, in modo anomalo, dalle scale, a cui seguiranno vari decessi, sempre più sconcertanti.
Lo scenario
È la Liguria e la splendida baia di Alassio
Il serial killer
Quando tante morti sospette si verificano a distanza di poco tempo l’una dall’altra, Rebaudengo comincia ad indagare. Risulta un intreccio fra droga e morti di anziani in buona salute che non sembrano legati fra loro, pochi indizi e molte casualità.
Il romanzo di 266 pagine è edito dalla Fratelli Frilli editore.
“Se son rose moriranno” è un giallo che scorre veloce, in modo divertente, ma al tempo angosciante, quando il duo Rebaudengo – Spinola scopre che…
Buona lettura.
Lucia Bosia