La casa al civico 6, un giallo inquietante e malinconico
Le Edizioni Le Assassine ci propongono un altro bel romanzo. Stavolta è il turno dell’ottima scrittrice Nela Rywikova. La traduzione dal ceco (Dům číslo 6) de La casa al civico 6 è di Raffaella Belletti.
Chi è stato entro la Cortina di Ferro, prima della caduta del muro, può capire la struggente malinconia che si respirava in quei Paesi tormentati. Nel romanzo traspare tutto questo: un annichilimento che la scrittrice descrive mirabilmente, senza fronzoli, con una scrittura efficace ed espressiva.
<<Da intere settimane sulle foglie degli alberi si era depositata una polvere grigia che neppure gli acquazzoni erano riusciti a lavare via…dalle ciminiere della fabbrica e dai vagoncini di carbone si levava una patina grigia che ricopriva ogni cosa di una patina grigia…una città grigia, gente grigia, e grigi erano anche i pensieri nelle loro teste…>>
Lo scenario
Il romanzo è ambientato a Ostrava, in Repubblica Ceca, desolante città delle miniere e delle industrie pesanti, attualmente, quasi tutte riconvertite o chiuse da tempo. Un “non luogo” sempre ricoperto dalla polvere di carbone che la connotava quale “città grigia”. Come grigi erano i pensieri di chi vi viveva.
La trama
Il giovane poliziotto della squadra omicidi, Adam Vejnar, si trova per coincidenza ad indagare su un caso irrisolto. La madre di Martin Prcal si era decisa a segnalare la scomparsa del proprio figlio.
Martin è svanito già da un anno dalla squallida palazzina al civico 6 dove si perdono le sue ultime tracce. Le ricerche della polizia si rivelano ben presto inutili senza portare ad alcun risultato. Il fatto, di conseguenza, viene archiviato fra i casi irrisolti.
Leggendo il fascicolo del caso, Adam Vejnar è subito attratto dalla casa ai confini del mondo in via U Trati al civico 6 in cui viveva Martin Prcal. Vi abitano persone incapaci di sognare qualcosa di migliore e meno squallido. Sono persone annichilite, senza speranza in un futuro che non sia solo la deprimente angoscia.
<<D’altra parte, quella casa sembrava attirarlo in maniera incomprensibile. Lo incuriosiva come la gente potesse vivere ad oltranza in un ambiente deprimente, senza per questo riportare danni permanenti alla propria personalità>>
Tanto attirato da quel casermone da farsi affittare un alloggio al suo interno e cominciare a scavare fra persone ermetiche che non dicono nulla o, se rispondono, sono reticenti e sviano le indagini.
Sarà al loro interno che si cela una verità scomoda che dovrà saltare fuori come dal cilindro del mago. Il giallo è il pretesto per descrivere un affresco della società di allora. Ora non è più così, ma un tempo ben vi si attagliava la locuzione di Wassily Kandinsky:
<< Il grigio è silenzioso e immobile, ma la sua è l’immobilità senza speranza>>.
Brutti tempi. Il romanzo rappresenta un’analisi lucida delle difficoltà di transizione di uno Stato dal regime comunista al regime liberistico occidentale.
Buona lettura
Tommaso Lo Russo