Ombra di Enrico Pandiani

Ombra di Enrico Pandiani: un viaggio letterario nel noir

Sono convinto da tempo che i romanzi gialli italiani non abbiano nulla da invidiare a quelli oltreoceano e fra questi inserisco il noir piemontese che ha, in particolare, un segno distintivo che li accomuna: quello di descrivere il territorio come un cicerone, una guida Michelin, con curiosità da scoprire e narrazioni che sembrano fotografie.

In fondo – nonostante quasi nessuno lo ricordi – il noir è nato in Italia anche se all’estero ha volato più alto, per ora.

Fra i giallisti di rilievo includo Enrico Pandiani, prossimo ospite al Salotto Letterario che si terrà a Bossolasco domenica 17 settembre 2023.

Pandiani come scrittore piace e condivido con lui la passione per la Francia e assento con lo scrittore che la Francia è un paese più unito, dove il senso dello stato è più forte che da noi.

Sempre con Pandiani concordo che l’Italia è un paese in forte sofferenza.

Diversamente da ciò che sostiene Enrico, io sono portato a pensare che anche in Francia le cose vadano male, ma i francesi sono un po’ sciovinisti e si avverte meno il loro malessere. Tuttavia, fra i loro difetti rimane quello di essere sempre un po’ la maestrina a scuola.

Con “Ombra”, il nuovo libro di Enrico Pandiani, pubblicato nella categoria Nero Rizzoli, continua la saga della banda di Max Ventura, composta, oltre che da Max, da Sanda, Abdel e Vittoria. Una sorta di moschettieri del re (che qui rappresentano il perseguimento della giustizia e del bene).

In teoria sono quattro, ma in realtà cinque perché c’è una sorta di socio occulto che li dirige o meglio, li spinge ad agire, a riaprire casi ormai chiusi senza colpevoli.

Loro vorrebbero vivere una vita tranquilla, fatta di routine, di cose di tutti i giorni, ma non sarà più così.

Con il romanzo precedente “Fuoco”, Pandiani ci spiega chi sono i quattro amici e qual è il segreto che li lega in modo indissolubile. Al momento sono ancora i latitanti più ricercati di Francia, ma i lettori si sono già affezionati a questo gruppo eterogeneo e non si perderanno di certo le avventure della saga.

Lo scenario

Una Torino da scoprire anche attraverso alcuni dettagli del romanzo, non solo ad inverno inoltrato. Assieme alla bellezza incantevole della Torino sabauda, c’è tuttavia un lato più squallido.

“…gli edifici sembravano respingere il concetto stesso di felicità. In quella parte del quartiere non si vedeva un negozio o una bottega, come se la gente che vi abitava avesse rinunciato ai bisogni più elementari.”

La trama di “Ombra”

Don Mario Stejardt, sacerdote con amicizie rilevanti in Vaticano, è considerato prete di quelli che cercano di fare il bene dei propri parrocchiani, senza distinzione di razza e ceto.

Qualche dubbio sulla sua morte piano piano emerge. Possibile che sia finito sotto un tram per sbadataggine e sfortuna?

La squadra sarà chiamata ad indagare senza, all’inizio, cavare un ragno dal buco. Il socio occulto, il numero uno della Squadra però non li molla, li incalza, talvolta con fare bonario, altre volte in modo più energico, ma non dà mai tregua.

Il presunto incidente ha dei testimoni e da quelli bisognerà far partire le indagini.

Sono Primo Martone, una baby sitter moldava, Zalina Marghiev, e le persone che conoscevano bene e stimavano il defunto, ad esempio la signora Pacifico che per don Mario ha solo parole di lode. Tuttavia, è proprio lei ad averlo visto particolarmente preoccupato prima della morte, ma perché? Semplice depressione o qualcosa di più?

E poi c’è il sostituto del defunto, padre Rambaldi, che è antipatico a tutti in modo viscerale.

Ombra è una sorta di vetrina sulla vita, sul nostro presente, le nostre angosce e le nostre ossessioni e, come nella realtà, i fatti non avvengono uno alla volta, ma si moltiplicano e capitano in serie, contemporaneamente, intrecciandosi. Un groviglio inestricabile da sembrare casi distinti senza un nesso.

Così non è, i morti ammazzati crescono e l’adrenalina sale fino all’ultima delle 420 pagine, in una girandola di colpi di scena avvincenti.

E per i nostri eroi ci sarà bisogno di arruolare anche la figlia sedicenne di Vittoria, Matilde, bravissima, impavida e incosciente hacker.

Torneranno anche personaggi già conosciuti in romanzi precedenti., ma lasciamo al lettore il gusto della scoperta.

Buona lettura

Tommaso Lo Russo

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