Fuoco di Enrico Pandiani

Fuoco, un giallo Hard boiled di Enrico Pandiani

Il titolo è emblematico e racchiude una sorta di messaggio che accompagna la vita. Fuoco come segno di pulizia totale e devastazione e, talvolta, sintomo del fuoco che arde l’anima.

Un fuoco che può essere rinascita, così come nella Pampa argentina esso viene utilizzato per favorire la semina come una sorta di fertilizzante. Un nuovo inizio.

Un romanzo di 384 pagine che si legge veloce (suddiviso in capitoli brevi), edito da Nero Rizzoli, con il quale Enrico Pandiani ha ottenuto il Premio Scerbanenco lo scorso anno.

Fuoco è un giallo complesso e affascinante, che fa scattare l’adrenalina ad ogni pagina, dove trovi l’imprevedibilità e suspence. Un noir solido e dalla varietà narrativa completa.

Lo scenario del romanzo

Dalla Francia in cui vivevano a Torino per rifarsi una vita.

La trama

Quattro detenuti fuggono dal furgone che subisce un disastroso tamponamento mentre li stava portando al carcere di Lione. Scappano Oltralpe e approdano prima a Milano e poi a Torino, dove si rifanno una vita.

Uno è Max Ventura che ha avviato un ristorante dove, per merito della buona cucina i clienti non mancano. Un ristorante particolare, però, assieme ai clienti paganti ci sono anche i clochard. Nessuno si accorge che il conto di chi non salda viene messo a carico del cliente pagante. 

L’altro è l’algerino Abdel con profondi occhi azzurri e il viso segnato da un dissoluto passato. Ex ladro di professione, ha aperto un’officina di auto d’epoca.

Gli altri sono Sanda, di origini malgasce e Victoria, un’alsaziana.

Ciò che li unisce è il segreto del loro passato e tutti e quattro hanno un nuovo lavoro in cui sono diventati maestri. Quando un misterioso personaggio si presenta nel ristorante di Max e gli rivela che conosce la sua storia e quella dei suoi amici capiscono che il passato non muore mai.

Il ricatto

Se non accettano di svolgere indagini su un caso archiviato da tempo, l’uomo li farà arrestare e tutto quello che hanno ricostruito con pazienza e sacrificio verrà cancellato e distrutto.

Il dilemma dura poco perché in loro c’è anche voglia di riscatto e di agire per il bene, per chiudere veramente con il passato e pareggiare i conti con la giustizia. Una seconda chance non si nega a nessuno e questa è la loro occasione e non chiuderanno mai con il passato se il proprio cuore ha ancora colpe da espiare e rimpianti.

Alla fine Max, uno dei protagonisti, potrà tornare a fumare tranquillamente la pipa senza che una tosse nervosa glielo impedisca? Pensiamo di sì, ma non ci addentriamo oltre nel racconto per non togliere nulla alla narrazione che vi stupirà ad ogni passo.

Il fuoco, tuttavia, è anche la metafora con cui raccontiamo la forza, l’entusiasmo, la determinazione che alimenta l’essenza in ciascuno di noi. Una molla che libera e scatena emozioni, azioni, reazioni, pensieri e traguardi e non dà tregua fino a che non si è raggiunta la meta.

In altra sintesi: il fuoco distrugge e crea.

Buona lettura

Tommaso Lo Russo

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