Le seconde vite, un noir di Roberto D’Alessandro
A distanza di tempo, mi è arrivata la proposta di recensione del secondo libro di Roberto D’Alessandro “ Le seconde vite”, edito da “inknot”, collana del Gomitolo Giallo. L’essenza del romanzo è un incipit della scrittrice Anna Maria Ortese:
“Di solito, giunti a Napoli, la terra perde per voi buona parte della sua forza di gravità, non avete più peso né direzione… È come se tutti avessero perduto la possibilità di una logica, e navigassero nell’astratto della pura immaginazione”.
Un romanzo coinvolgente, un melting pot di personaggi umili che hanno grandi talenti e, per contro, di nobili arricchiti, vanesi che invece hanno la puzza sotto il naso e niente da insegnare se non la boria.
Non so se credete nell’altra dimensione e se è possibile che ogni tanto ci sia un passaggio da una parte all’altra, ma nel piacevole romanzo capita.
La spiegazione è che il vicequestore Giovanni Sermoneta, a causa della morte della figlia, una bambina la cui scomparsa gli ha distrutto la vita, è andato nel pallone e ha cominciato a bere e ad avviare un ciclo di visite dallo psicologo.
I sogni di Sermoneta
Quello di Sermoneta è un caso unico. Dallo psicologo va alle sei del mattino e racconta strani sogni che gli capitano. Persino di parlare con Alessandro Manzoni e fare allo scrittore un panegirico sul modo di vivere che ha avuto e sulla conseguenza che ha scritto pochi libri perché, in quello più famoso, I Promessi Sposi, ci ha speso una vita per la versione definitiva.
Non basta, nei sogni incontra anche Feodor Dostoïeski e Nicolas Gogol.
Finito il colloquio o, meglio, il soliloquio con lo psicologo, comincia, puntualmente, la sua seconda vita di investigatore e di ottimo poliziotto.
Lo scenario del romanzo
Napoli e dintorni in cui l’autore ti porta per mano come potrebbe fare un cicerone partenopeo, intercalando parole in napoletano. Nei sogni il personaggio principale incontra scrittori famosi con i quali scambia ragionamenti utili, per lui e le sue indagini.
La trama del romanzo
L’agghiacciante scena di una testa mozzata di una giovane donna, senza corpo, viene rinvenuta sulla scena del delitto.
Gli indizi
Pochi, soprattutto confusi ed anche con un messaggio anonimo da parte di uno che si affibbia il nome di “ionondicobugie”. “Le seconde vite” si dipana fra immigrati, persone arricchite, gioco d’azzardo e storie di varia umanità.
Come venire a capo del puzzle e rimettere a posto i singoli pezzi fino ad arrivare alla stesura del mosaico, dove ogni singolo frammento può essere interpretato in vari modi?
Eppure una soluzione la troverà e verrà a capo dell’intricata matassa. In un crescendo di colpi di scena il “romanzo “Le seconde vite” scorre veloce e intrigante. Saranno gli incontri con i personaggi dei suoi sogni a fornirgli gli elementi per arrivare alla soluzione finale.
Chi dovrà ringraziare maggiormente, Alessandro Manzoni, Feodor Dostoïeski o Nicolas Gogol, ucraino come la vittima della testa mozzata?
Tommaso Lo Russo