La ragazza del Bristol

La ragazza del Bristol: il nuovo noir avventuroso di Massimo Tallone

La collana ‘Piemonte in Noir’, Edizioni del Capricorno, propone il nuovo romanzo di Massimo Tallone: La ragazza del Bristol.

Lunedì 13 febbraio 2023, al Centro PAIDEIA, a Torino, il libro è stato presentato ad un folto gruppo di appassionati. Sono 375 pagine intense, non solo da leggere, ma da vivere con intensità oltre che da meditare e su cui riflettere.

La ragazza del Bristol
La copertina del libro

Ancora una volta, Tallone raccoglie parte dei suoi saperi e li distribuisce in modo coinvolgente, li offre al lettore, il quale quasi non si accorge di diventare, via via, osservatore, e poi studente, allievo.

In una precedente recensione abbiamo detto che Massimo Tallone guida il lettore alla scoperta di una nuova fraseologia, di un sistema di invenzioni lessicali di cui, prima o poi, anche l’Accademia della Crusca dovrà tenere conto. In questo romanzo ci sono meno esperimenti lessicali rispetto al precedente La tentazione di uccidere, ma ci sono altre suggestioni che l’autore sviluppa, alcune anche di tipo avventuroso, una novità per Tallone.

Lo stile dell’autore

Massimo Tallone, ex calciatore del Torino, ex chimico, gran gourmet e affabulatore nato, incanta, seduce, guida e porta a nuove conoscenze. Nelle presentazioni è di norma chiedere a uno scrittore come e dove nasca la sua ispirazione. Ognuno risponde a modo proprio, e quasi tutti, in genere, sostengono che nei romanzi gialli o noir non ci sia niente di autobiografico, ma che sia tutta pura invenzione. Noi, per contro, siamo convinti che in ogni fabbrica di storie ci sia un’intersezione fra vita reale e fiction.

Tallone, dal canto suo, risponde alla domanda con una provocazione:

«La letteratura è come il porco, non si butta via niente»

e spiega che le sue fonti sono una sorta di cocktail in cui si mescolano tanti ingredienti, di ogni tipo, reali, immaginari, mescole svariate.

In questo caso, l’opera è nata da un fatto realmente ‘non avvenuto’, una storia che poteva nascere, ma che non è nata per la scelta di una donna. Tallone ha deciso di far accedere a quel fatto mai accaduto, e ne è nato il romanzo. Dunque, ecco spiegato il ‘non si butta via niente’.

Ma come sempre, è la scrittura, a sorprendere. Come non restare stupefatti e impressionati da alcuni suoi accostamenti come formule “silenziosa come un gomito”, riferito a una porta che si apre, o a “sentimento anfibio”?

Romanzi collegati?

Gli ultimi due romanzi di Tallone sono parsi, a chi scrive, collegati fra loro, per certe atmosfere chiuse e torbide, sebbene siano completamente diversi, ma in entrambi il profilo psicologico dei personaggi, mutando, produce l’evoluzione della narrazione. Geniale.

La ragazza del Bristol è un libro che scorre benissimo, ma al tempo stesso, per chi vuole entrare in profondità e cogliere certe sfumature speciali, è necessario rallentare, leggere attentamente e, a tratti, addirittura, ‘studiare’ il romanzo, perché in più passaggi si coglie uno scavo nella mente, dei personaggi, certo, ma anche nostra, indirettamente.

E ci sono passaggi che fanno riflettere su alcune caratteristiche del mondo che ci ospita, o sulle scelte, sui comportamenti che facciamo e teniamo, a volte, in modo insensato.

Lo scenario

Uno dei centri narrativi è la Torino della Gran Madre, insieme con il castello di Pavarolo, ma anche Milano, fino alla suggestiva Bretagna, fra Mont Saint Michel e l’isola di Bréhat.

La trama

Il romanzo si avvia durante i preparativi per partecipare alla vacanza esclusivissima chiamata “Il Postale dei Fiordi”.

Chi è Clarice Cavalcante, la dea ispiratrice del programma?

A partire da questa domanda, su cui ruota il libro, ci si trova attanagliati in una morsa furibonda di sensazioni e misteri retti su una suspense magistrale, un continuo crescendo, ma quando la tensione sale troppo, l’autore si diverte a rilasciarci qualche tratto più leggero e divertente. La ragazza del Bristol è un noir in cui le donne sono molti passi avanti rispetto agli uomini, e dove Clarice è il sole misterioso che illumina tutto e tutti e della quale ognuno vuole godere un po’ di luce riflessa.

La coprotagonista è Elena Tarso, giovane donna che cerca di realizzare il suo sogno di diventare giornalista, sperando di passare dalla condizione di precaria free lance a redattrice fissa. Vive, si agita e si tormenta per questo sogno che, con il reportage che le hanno affidato, coronerà. Forse.

Fra gli altri personaggi presenti nel libro va citata Aurora, che evoca la luce, proprio come il nome di Clarice, che richiama la luce, la luminosa.

Anche nella scelta dei nomi nulla è lasciato al caso.

Conclusioni

Non ci addentriamo oltre per non togliere nulla al gusto della trama sapiente. Vorremmo aggiungere che, se sappiamo leggere fra le righe, forse, è in previsione il ritorno di Lola, nei programmi di Tallone.

In fondo, il passato non muore mai, casomai si evolve.

Buona lettura.

Tommaso Lo Russo

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