La tentazione di uccidere, un noir di Massimo Tallone.

La collana ‘Piemonte in Noir’ delle Edizioni del Capricorno propone il nuovo romanzo “La tentazione di uccidere” di Massimo Tallone .

La tentazione di uccidere
La copertina del libro

Il 28 gennaio 2022 il libro è stato presentato all’interno dell’Accademia Albertina a un folto gruppo di appassionati. 360 pagine intense non solo da leggere, ma anche da meditare e studiare. Un’opera che raccoglie parte dei saperi dello scrittore che li distribuisce in modo accattivante al lettore, il quale non si accorge di diventare, via via, studente, allievo.

Nella precedente recensione di “Il cesto di ciliegie” avevamo asserito che Massimo Tallone guida il lettore anche alla scoperta di una nuova frasealogia, di un sistema di invenzioni lessicali di cui, prima o poi, anche l’Accademia della Crusca dovrà tenere conto. Come non restare stupefatti e impressionati da alcuni suoi accostamenti come “potenza gotica”, “sole euclideo”, e tante altre?

Stavolta nel libro c’è addirittura una voce narrante che conduce alla scoperta del romanzo e, in una sorta di formula che chiude ogni capitolo, pennella un epiteto per protagonista, umano o meno che sia, del capitolo.

Il libro può essere letto come una guida verso gli anfratti più reconditi della mente, ma è anche un invito alla scoperta di una Torino suggestiva. ma poco conosciuta, come il quartiere Campidoglio, che ospita il Mau, il Museo di Arte Urbana, oppure all’ ipogeo all’Accademia Albertina.

«Sono onnisciente e applico l’arte di deludere per sfuggire ad ogni classificazione».

La voce narrante, che appare e scompare dalla superficie del racconto, dice di sé che odia le classificazioni, e ci sembra un programma di intelligenza applicata. Il titolo “La tentazione di uccidere” è una provocazione. Tutti prima o poi la provano, ma fra la tentazione e la sua applicazione c’è un abisso che lo scrittore dilata punto per punto in tutti i suoi passaggi e risvolti.

Lo scenario

La serra è scenario, ma anche personaggio, a suo modo, è il luogo dove si compiono delitti, dove tutto si amplifica: paure, suggestioni ed affanni.
La serra rappresenta non solo quattro pareti e una copertura, ma costituisce una sorta di ambulacro che tutto vede, sente e conserva condizionando e soggiogando chi vi arriva o semplicemente la vede da lontano.

I personaggi

Sono quelli dell’alta borghesia, un clan di sole donne, dove gli uomini hanno un ruolo marginale e di secondo piano, dove le parole vengono reinterpretate.

«l’amicizia è un’arte sopraffina, è la capacità di farsi la guerra sorridendo sempre, è la capacità di sputare veleno sembrando una madonnina infilzata…»

Personaggi tutti ben caratterizzati con i loro crucci, ipocrisie, meschinità e talenti.

Un romanzo appassionante in cui Massimo Tallone semina, ogni tanto, tracce che potrebbero aiutare a svelare l’arcano, ma poi ti spiazza puntualmente perché passa a suggerire un’altra via, altre angolazioni e soluzioni fino ad arrivare all’epilogo che ancora una volta sfugge, e rimanda ad altro, lasciando ogni volta con un palmo di naso: e il naso, nel romanzo, ha un ruolo davvero importante, in cui non ci addentriamo per non togliere il gusto della scoperta.

Insomma, un grande libro, molto divertente, piacevole, da leggere e poi ripescare negli anni, con un messaggio che durerà nel tempo.

«Sono ovunque. So tutto. Vedo tutto. E non intervengo mai»

Forse!

Tommaso Lo Russo

Redazione Sfumaturedigiallo.it

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