Un cappio per Archibald, un giallo psicologico classico di Dorothy Bowers
Dorothy Violet Bowers, semplicemente Dorothy Bowers, da noi già presentata, pubblica nel 1940, il romanzo giallo Deed Without a Name. Un chiaro riferimento al Macbeth “Un atto senza nome”
Le Edizioni Le Assassine lo fanno uscire con il nuovo titolo Un cappio per Archibald, con la pregevole traduzione di Daniela Di Falco. Un titolo più ad effetto dell’originale perché la comunicazione vuole la sua parte, oggi! Del resto la storia comincia proprio con un cappio.
Ogni capitolo inizia, in modo curioso ed intelligente, con una citazione emblematica di William Shakespeare. Sembra un modo per guidare il lettore, ma altro non è che un depistaggio iniziale che si rinnova negli altri capitoli.
E, settant’anni dopo, il romanzo non ha perso nulla della sua freschezza iniziale e capacità di coinvolgimento del lettore.
Lettore che ogni tanto viene depistato con nuovi enigmi, il ritrovamento di “aringhe rosse” (tecnica di sviamento) disseminate qua e là in tutto il romanzo e tese a confonderlo e metterlo fuori strada e fargli provare nuove emozioni ed altre piste.
Nel romanzo tutto si complica perché i delitti non sono uno, bensì due che sembra non abbiano un filo conduttore comune. Quattrocento pagine intense ed appassionanti con ritratti psicologici dei personaggi efficacemente caratterizzati.
La conclusione sarà inaspettata e diversa da quella che ci si poteva immaginare nelle pagine precedenti.
Lo scenario
Principalmente è la Londra della Seconda Guerra Mondiale e le descrizioni dei luoghi come se si venisse condotti nella topografia dalla Guida Michelin. Ci sono di mezzo anche l’America e la mafia, ma soprattutto il mistero e comportamenti incomprensibili. I più hanno scheletri nell’armadio.
Le indagini
L’aitante capo ispettore Dan Pardoe è chiamato ad investigare sulla morte di Archy Mitfold mentre si sta preparando per un incarico al Foreign Office. Le prime indagini e interrogatori di amici e parenti rivelano che Mitfold era già scampato a ben tre attentati alla sua giovane vita.
Tanti piccoli tasselli che bisognerà ricomporre in un puzzle all’inizio irrisolvibile e inspiegabile.
Archy ha lasciato alcune tracce e indizi di quelli che potrebbero essere i suoi assassini e, tra questi, tanti disegni di uccelli che sembrerebbero rivelare qualcosa per venire a capo della sua morte che Pardoe esclude, quasi subito, essersi trattato di un suicidio.
Gli elementi da indagare sono molteplici: la curiosa passione per il disegno che lo porta a tratteggiare, in modo ossessivo, una specie poco nota di uccelli; misteriose riunioni di un’organizzazione, la Nordic Bond, simpatizzante per i nazisti; un improvviso interesse per la scomparsa di un milionario; infine, Archy Mildof ha anche un’innata e pericolosa propensione a fare il detective e questo, durante le sue indagini, forse lo ha messo nei guai.
Archibald Mitfold racconta a due vecchi compagni di scuola un paio di incidenti che gli sono capitati e che potrebbero sembrare degli attentati alla sua vita. Del resto, anche i suoi amici non credono alle coincidenze
<<Non puoi affatto considerarla una “coincidenza” – protestò Beltane – due può darsi, ma non tre>>.
Il giorno dopo viene trovato morto nella casa della zia a Londra. Che cosa sia successo resta un mistero che Scotland Yard deve scoprire.
Manca un movente per il delitto e l’esame delle vicende dei tre tentativi di omicidio saranno l’unico modo per riuscire a risolvere l’enigma e finalmente riuscire a scoprire il perché dell’assassinio e, se per caso, è collegato all’altro.
Un colpevole che fino alla fine ce la metterà tutta per non farsi identificare, ma invano. Fra gossip, sospetti e indizi il giallo scorre veloce, seppur, a tratti, paia appesantito da qualche descrizione prolissa.
Ma, per chi ama il periodo d’oro del giallo inglese, perché cercare tra i moderni imitatori, quando è disponibile un notevole originale romanzo dell’epoca per la prima volta tradotto ed egregiamente in italiano dalle Edizioni Le Assassine?
Un romanzo imperdibile e una memorabile partita a scacchi!
Tommaso Lo Russo




