Polizia. Un noir del genere scandinavo di Jo Nesbø
Il romanzo, pur facendo parte del genere “scandinavo” in cui l’ambientazione è importante, se ne discosta nella declinazione che ne fa Jo Nesbø. “Polizia” non è un libro facile da leggere, che si svolge praticamente in due fasi.
La prima, di circa 180 pagine, serve all’autore a presentare gli aspetti psicologici e l’interazione umana che va ascritta ai diversi personaggi, ma poi ti accorgi che è anche una finestra sulla vita di tutti i giorni di cui il lettore fa parte e non ha a pieno intuito e il romanzo gli serve a rimuginare e capire meglio.
La critica attribuisce il successo di questo genere a uno stile piacevole, “realistico”, semplice, preciso e crudo.
In Jo Nesbø il termine semplice, peró, non vale. Il suo stile non è per niente ovvio, tuttavia è particolarmente interessante, alleggerito con scene sboccate e crude che dovrebbero servire a far calare la suspence, invece la prolungano e si diventa ansiosi di voltare pagina per capire meglio. Tuttavia, andare avanti nel racconto non basta; si deve arrivare all’ultima pagina per capire, forse.
Personaggi che non sono eroici, ma sono quelli di tutti i giorni con le loro debolezze, angosce, gelosie, tentennamenti, tradimenti, arrivismo e sensi di colpa che quasi tutti hanno.
“Polizia” è il decimo della serie di Harry Hole. Pubblicato nel 2013 in Italia con la traduzione di 635 pagine di Eva Kampmann, il libro è stato tradotto in ventisette lingue.
Unica nota stonata: il correttore automatico porta ad alcuni errori che dovrebbero essere eliminati, ad esempio, “se stessi” con l’accento. A parte questo, rimane un’ottima traduzione.
Lo scenario del romanzo
La capitale norvegese Oslo in particolare, la seconda città più importante, Bergen, la natura e i boschi.
La trama
Il corpo massacrato di un poliziotto viene rinvenuto nella capitale norvegese. Il dubbio che si tratti di un omicidio seriale è dettato dal fatto che il luogo del ritrovamento è lo stesso del delitto di alcuni anni prima su cui aveva indagato un geniale commissario andato in pensione senza risolverlo.
I delitti sono particolarmente macabri e non ci sono indizi, tracce. Niente. Tutti, o quasi, vorrebbero il ritorno del commissario Harry Hole, ma non ve n’è traccia.
Harry Hole, ex commissario di Oslo, vive un’altra vita, anche se la precedente gli manca molto. È sopravvissuto ad una micidiale sventagliata di pistola-mitragliatrice sparata dal suo figliastro eroinomane, Oleg.
Harry ora insegna nella scuola di polizia norvegese e, nonostante le promesse fatte a se stesso e all’amata Rakel di non lasciarsi coinvolgere in altre indagini, in modo occulto le segue tutte.
Nel frattempo, in gran segreto e in modo non ufficiale, è stata costituita una piccola squadra di detective per risolvere il caso del “macellaio dei poliziotti”. Per tutti, ormai, il delitto è diventato seriale. Non ci sono dubbi.
Il gruppo è composto da Katrine Bratt, agente bipolare e hacker, ora in servizio nella vicina Bergen e distaccata ad Oslo, Beate Lønn e Bjørn Holm, esperti della squadra scientifica e Ståle Aune, psicologo.
Scene che si intrecciano e inculcano dubbi sui soggetti coinvolti.
Un noir angosciante, colmo di suspence e di imprevisti fino all’ultima pagina con il dubbio che sia finito in un modo, ma poteva terminare in un altro.
Imprevedibile, come tutti quelli di Jo Nesbø
Tommaso Lo Russo