“La confraternita della rosa nera” di Riccardo De Palo
In un paese di confine fra Alto Adige e Austria, in Val Gardena, in un posto paradisiaco è stato commesso un delitto. Sembrerebbe impossibile, ma in un tale angolo di paradiso, in alta quota, vicino ad un roseto di Stria è stata uccisa la giovane bibliotecaria Anne Rose Werfel.
Lo scenario delle Dolomiti è la localizzazione del mistero e del delitto.
Se ne occuperanno l’ispettore capo Lukas Moroder, interrotto mentre esprimeva la sua arte incisoria, seduto alla sua scrivania di Bolzano, su un piccolo angelo intagliato in legno di cirmolo, dilettandosi a ridefinire, con una sgorbia (taglierino), le alucce della scultura e respirandone il caratteristico profumo di quel materiale, dal colore rossiccio, così tenero e aromatico da essere senz’altro il preferito degli scultori della Val Gardena.
L’ispettore Moroder, raro esempio di montanaro che soffre di vertigini, è affiancato dall’avvenente poliziotta scelta Helga Schneider, meticolosa ricercatrice di piste da seguire. Con loro l’effervescente napoletano Ciro Esposito e il romano Massimo Proietti, equilibrato e particolarmente concreto e operativo.
Il noir si dipana tra le montagne della Val Gardena, a Innsbruck e tra le vette della Foresta Nera, costringendoli a missioni in incognito in Baviera e tra i misteri di Vienna.
L’ispettore capo è pronto a tutto pur di svelare le trame di un complotto vasto e ramificato, che punta al dominio del mondo intero, rendendo palese l’intrigo in cui sono tutti coinvolti. Allo scopo d’individuare il colpevole, sarà necessario comprendere chi conduce il gioco e chi ne è il regista o la regista.
«Com’è possibile, agente Schneider? Dobbiamo pensare che sia stata opera di quell’orsa per la quale è stato impartito l’ordine di cattura?»
«Nessun segno di plantigradi in azione in Val Gardena, signore. Si direbbe un incidente, oppure un suicidio, secondo la prima ricostruzione; ma la donna ha delle ecchimosi sul collo e sulla testa che lasciano pensare a una possibile aggressione.»
«Andiamo subito sul posto, chiami gli agenti Esposito e Proietti. Prenda una macchina.»
«Agli ordini, ispettore.»
Il colpevole non è l’orsa, ma bensì…
Tommaso Lo Russo