Appunti di viaggio sono descrizioni geografiche, culturali, emotive, storiche di Erika Fatland con un percorso che comincia all’areoporto di Atatürk, dove avviene l’incontro fra Oriente e Occidente e tutto acquista una nuova dimensione e il senso e il non senso si confondono fino a diventare un unicum.
Un viaggio che si prefigge la scoperta e la conoscenza, ma che è anche una sorta di viaggio all’interno di se stessa, nell’anima, per cercare tante risposte che possono essere riadattate e personalizzate alla propria vita.
La compagnia aerea prescelta è la Turkish Airlines che vola praticamente verso tutte le destinazioni, compresa Ashgabat, in Turkeministan, che è la prima tappa di Erika.
Il viaggio
Arrivare alla prima tappa sarà un’impresa perché la sola partenza è già complicata poiché il Gate 504 da cui si parte non è riportato in ordine di numerazione crescente. Tanto che la Fatland pensa di aver sbagliato, non solo gate, ma addirittura aereoporto.
Il libro narra il viaggio in Kirghizistan, Tagikistan,Uzbekistan e Kazakistan dopo il disfacimento dell’ex Urss.
Vale a dire i Paesi “stan” che significa, in persiano, “luogo, paese”.
Turkmenistan
Il viaggio di Erika Fatland inizia dal Turkmenistan Un paese che presenta la più grande quantità di rivestimenti di edifici in marmo del mondo e con una dittatura travestita da repubblica, dove le manie di pochi sono diventate leggi per tutti e un dittatore megalomane viene sostiutito da un altro che non è meglio.
Una nazione che dovette sottostare alle regole di un ex esponente del partito comunista sovietico che si fece incoronare addirittura Türkmenbaşy, cioè padre di tutti i Turkmeni.
Dal 2006, invece, la popolazione iniziò a soggiacere alle idee di Berdimuhammedow, appassionato di cavalli tanto da istituirne un ministero e trasformarlo in un interesse nazionale. Ogni tanto la storia che riguarda i cavalli si ripete.
Kazakistan, Tagikistan e Kirghizistan
Dopo il Turkmenistan è la volta del Kazakistan, il nono Paese al mondo per estensione. Qui, tra la steppa e gli enormi centri commerciali, l’economia prospera (non per tutti) grazie ai ricchi giacimenti di gas e petrolio, mentre il Lago d’Aral sembra rianimarsi.
L’antropologa continua il suo viaggio in Asia Centrale recandosi in Tagikistan e poi in Kirghizistan, due Nazioni in cui il popolo vive in condizioni estreme di povertà, mantenendo tradizioni severe e inconcepibili agli occidentali, senza mai, però dimenticare il significato dell’ ospitalità.
Uzbekistan
Infine, è il turno dell’Uzbekistan, il Paese delle mitiche città di Samarcanda e Bukhara. Negli ultimi anni qui si stanno vivendo momenti difficili a causa del prosperare del fondamentalismo islamico.
Un giudizio sul libro
Sovietistan è un diario di viaggio, un reportage che fa la radiografia di contrasti, ricchezze esorbitanti dovute al gas e al petrolio, povertà estreme e culto della personalità e antiche tradizioni della lavorazione dei tappeti con la commistione del piacere di commerciare nei bazar che rimane una passione insostituibile assieme a cavalli e cammelli.
Senza dimenticare il gusto dell’avventura, perché qui è come arrivare ai confini di un nuovo mondo con civiltà che affondano nella notte dei tempi per vivere una nuova vita, a ritroso nel tempo, come se fosse un’altra dimensione.
Tommaso Lo Russo