Nata in Norvegia, Erika Fatland è scrittrice e antropologa e attualmente vive a Oslo, ma ha frquentato il liceo ad Helsinki. Prosegue gli studi universitari presso le Università di Copenaghen e di Olso dove ha conseguito un master in antropologia sociale.
Le ricerche per il master sono state svolte a Beslan, nell’Ossezia Settentrionale, nel 2007. Ha intervistato le persone coinvolte nella strage di Beslan nel 2004: persone in lutto, parenti, sopravvissuti, insegnanti e funzionari governativi.
Nel 2009 ha debuttato con il libro per bambini Foreldrekrigen, un libro divertente sul divorzio.
Parla, oltre al norvegese, 6 lingue, compreso l’italiano.
Tra i migliori autori norvegesi
Nel 2015 è stata nominata tra i migliori autori norvegesi under 35, vincendo il premio per la migliore non-fiction dell’anno e nel 2016 Literary Europe Live l’ha selezionata tra le dieci voci emergenti più interessanti d’Europa.
Collabora con diverse testate e si è imposta sulla scena culturale internazionale con Sovietistan, premio dei librai in Norvegia, tradotto con successo in tredici paesi.
La frontiera è stato selezionato tra i dieci migliori libri di non-fiction pubblicati in Scandinavia dal 2000 e nel 2018 ha vinto l’ambito premio dei bookblogger in Norvegia.
Un viaggio in Asia Centrale. Sovietistan, recentemente uscito in libreria, scaturisce da una gita in Russia fatto da studentessa.
Partendo dalla Finlandia, precisamente da Helsinki e poi dalla Carelia che prima era finlandese, poi diventata russa, in un alternarsi di confini e di dominazioni. Nasce nella scrittrice, nei confronti della Russia, fin dal suo primo viaggio, l’amore odio che anche i finladesi hanno per quella che era l’ex Urss e rimane ancora oggi un paese sconfinato, nonostante la fuorisciuta di alcune repubbliche che hanno ottenuto l’indipendenza da essa.
Sovietistan è stato pubblicato in raccordo con Copenhagen Literary Agency ApS e, per la traduzione, con il supporto finanziario di Norla (Agenzia che sostiene la promozione della letteratura).
Il prossimo articolo
Il prossimo appuntamento è, su queste pagine, per la postfazione del libro che, nella versione originale, ha un titolo leggermente diverso e punta su tutte le repubbliche del centro Asia che costituiscono il Caucaso: un crogiolo di razze, identità, cultura, ricchezze e povertà.
Tommaso Lo Russo