Sa morte secada, un thriller di Nicola Verde
Catalogare il romanzo “Sa morte secada “di Nicola Verde è un po’ complesso. Probabilmente bisogna partire proprio dal titolo in lingua sarda e farcelo tradurre.
<<“Finzas a sa morte secada”, cioè fino a tagliare la morte per capire quanto profondo è l’abisso umano>>.
Il romanzo è sia giallo che spiegazione di riti ancestrali che avvenivano un tempo in Sardegna.
Una terra un tempo chiusa, rimasta per molti anni lontano dalla modernità, difendendo così la propria lingua dalla contaminazione, una fra quelle che maggiormente ha conservato le prerogative del latino e le antiche tradizioni.
Un libro di 293 pagine che ha avuto una prima edizione, uscita nel 2004, con Dario Flaccovio editore e, una più recente, a cura di Fratelli Frilli editore.
Il romanzo è stato finalista al festival noir di Courmayeur e fra le opere arrivate in finale al Premio Acqui Storia.
Lo scenario
Una suggestiva e inquietante Terra sarda dove le tradizioni sono ancora parte del presente.
La parte gialla
La narrazione avviene negli anni sessanta quando Il maresciallo Carmine Dioguardi, di origini campane, viene mandato in servizio a Bonela, centro agro-pastorale di una Sardegna in piena trasformazione economica.
Per lui sembra una punizione, ma è forse è la possibilità per ritrovare se stesso.
La trama
L’indagine su cui si ritrova a indagare il maresciallo Dioguardi è quella del corpicino di Cosimo, ucciso a colpi di pietra, spolpato dagli animali selvatici e rinvenuto a Fardighei. Nello stesso luogo, anni prima c’era stato un altro delitto dalle connotazioni simili.
Cosimo è figlio del peccato di Natalia Frau, bella ragazza che si mantiene prostituendosi e del prete del paese. Il bimbo, abbandonato dalla madre, affidato alla sorella Costantina che non ha niente da spartire con Natalia, scompare fino a quando viene ritrovato cadavere.
Segreti, usura, violenze sessuali sono i tanti risvolti del noir e c’è il bandito Farore e l’amore giovanile di Natalia che nasconde un segreto sconvolgente. Tra questi anche riti che risalgono ai tempi dei nuraghi e di una sorta clonazione esoterica
Sa morte secada è un bel romanzo scritto da Verde che si definisce:
<<Pigro, inconcludente, incostante>>
Troppa modestia per l’autore di un bel romanzo, che fa il bancario e al tempo stesso s’occupa di fantascienza.
Tommaso Lo Russo