Il Pittore di Langa, un racconto giallo di Fabrizio Borgio
Continua la saga del detective Giorgio Martinengo con “Il Pittore di Langa”, (Fratelli Frilli Editori). In lui ritroviamo anche la coppola distintiva che indossa solitamente l’autore anche quando l’abbiamo incontrato.
Un tascabile che si legge veloce e ti tuffa nel mondo di un’arte in cui Fabrizio Borgio approda e si documenta in modo approfondito ed esauriente. Ci sono scrittori che si incontrano per caso, come è stato per Fabrizio e stavolta è stata l’occasione di un invito a Rosa in Giallo e noir in una tappa albese, in Banca d’Alba.
Alba e le Langhe che lo scrittore conosce bene e descrive in modo minuzioso, quasi fosse una guida Michelin.
La trama
Una nuova indagine per Giorgio Martinengo ma un po’ insolita: fare da balia ad una critica d’arte, di origini argentine, giovane donna, fragile e al tempo stesso piena di insicurezze e di voglia di vivere.
La donna cerca di appagarle passando da un’avventura all’altra con persone più grandi di lei. Per Martinengo potrebbe essere la figlia che non ha mai avuto. Il motivo banale è che lo hanno assunto perché è un profondo conoscitore delle le Langhe. la lettura del romanzo dimostrerà che ci sono altre motivazioni.
Tutto questo, in una Terra Sabauda in via di trasformazione e in cui le generazioni si evolvono con fatica.
Lo scenario.
L’Albese, per l’appunto e le Langhe astigiane, e il Piemonte fino a Baveno che sono l’ambientazione della trama di un romanzo in cui anche l’autore è alla ricerca di che cos’è l’arte.
La malinconia, la nostalgia e i sensi di colpa che descrive magistralmente e incombono sui personaggi, Martinengo compreso.
In “Il Pittore di Langa“, di morti ce n’è solo uno e rimane il dubbio su che cosa o chi l’abbia causato e quando “finalmente” arriva il nocciolo ti accorgi che l’autore ha creato suspence in un’altalena di sentimenti contrastanti e situazioni in cui c’è fragilità, padri padroni che sono più di uno.
Alla fine il lettore si rende conto che ogni pagina sembra rimandare ad un’altra come nel gioco delle matriosche, tutte uguali e tutte alla fine diverse, in un pathos che ti assale e ti guida fine alla parola fine che è una sorpresa che non ti aspettavi.
Conclusioni
Di certo i contorni del giallo non li ha, soprattutto alla fine, ma il noir ci sta a tutti gli effetti e Fabrizio Borgio può essere annoverato fra gli scrittori piemontesi che stanno realizzando un nuovo genere di noir.
Buona lettura
Tommaso Lo Russo