Unlocked, il nuovo film thriller coreano, è arrivato su Netflix lo scorso febbraio, pronto a catturare l’attenzione degli appassionati di suspense e mistero.
Diretto da Kim Tae Joon, il film è basato sul romanzo di Akira Shiga, “Smartphoneeul Ddeoleoddeuryeoteul Bbuninde“, e presenta un cast stellare composto da Chun Woo-hee, Im Si-wan, Kim Hee-won, Park Ho-san, Kim Ye-won, Jeon Jin-oh, Kim Joo-ryoung e Lee Jae Woo.
Questa pellicola porterà gli spettatori in un viaggio mozzafiato, facendo emergere il lato oscuro della tecnologia e della dipendenza da essa.
Trama
La trama di Unlocked ruota attorno a Na-mi (Chun Woo-hee), una donna che perde il suo smartphone mentre torna dal lavoro.
Jun-yeong (Yim Si-wan) lo ritrova e glielo restituisce dopo aver installato uno spyware nel dispositivo. Da quel momento, Jun-yeong monitora la vita quotidiana di Na-mi, scoprendo ogni dettaglio possibile sulla protagonista, dai suoi spostamenti, hobby e gusti, fino alla sua carriera, situazione economica e rete sociale.
Parallelamente, il detective di polizia Ji-man (Kim Hie-won) trova tracce del figlio, lo stesso Jun-yeong, sulla scena di un crimine e indaga segretamente su di lui.
Na-mi si sente sollevata per aver ritrovato il telefono, ma ben presto la sua vita viene stravolta e sfugge al suo controllo. Solo perché ha perso il dispositivo, tutta la sua vita è in pericolo.
Un film che mescola i generi
Unlocked si presenta come un thriller psicologico che mescola elementi eterogenei, quali: il cyberthriller, la denuncia sociale sulla dipendenza dalla tecnologia ed il cupo poliziesco sulla caccia a un serial killer.
Pur cercando di essere tutte queste cose, il risultato è altalenante, ma offre comunque alcuni spunti interessanti.
La sovversione dello sguardo
Uno degli aspetti più interessanti di Unlocked è la sovversione dello sguardo, che stravolge il contatto emotivo tra lo spettatore e la protagonista.
Quando Jun-Young si collega al telefono di Nami per osservare in tempo reale i contenuti delle notifiche e ogni altra azione, il film assume il punto di vista di un videogioco in prima persona.
Lo spettatore diventa sia Nami che Jun-Young, offrendo una prospettiva unica e coinvolgente.
Personaggi poco approfonditi
Purtroppo, Unlocked pecca nell’esplorazione della personalità dei personaggi, rendendoli poco profondi e difficili da comprendere appieno.
Nonostante le ottime interpretazioni di Chun Woo-hee e Im Si-wan, gli spettatori potrebbero non riuscire a stabilire un legame emotivo con i protagonisti fino ai momenti più drammatici del film.
Montaggio e fotografia
Il lavoro di montaggio e fotografia in Unlocked merita una menzione speciale. L’inquadratura è peculiare e dettagliata, con un’offerta fotografica che non lascia al caso alcun fascio di luce, virato appositamente per sollecitare una reazione emotiva.
La pellicola ricorda il lavoro egregio della scuola fotografica coreana, già ben visibile in serie quali “Piccole donne” o in appassionanti polizieschi dark come “The policeman’s lineage“.
Tensione e suspense
Unlocked riesce a costruire una tensione crescente, portando lo spettatore a vivere un’esperienza di suspense e inquietudine. L’antagonista, un killer dal cervello brillante, costruisce una gabbia di cristallo attorno alle sue vittime, mostrando una disumanità efferata e priva di alcuna pietà.
Conclusioni
Unlocked è un film che ti farà guardare il tuo smartphone con sospetto, mettendo in luce il lato oscuro della tecnologia e della nostra dipendenza da essa.
Con una trama avvincente, interpretazioni intense e una tensione crescente, questo film thriller coreano è un’esperienza che gli appassionati del genere non dimenticheranno facilmente.
Nonostante alcuni difetti nella caratterizzazione dei personaggi e nella coerenza tra i diversi elementi della trama, Unlocked è un film che merita di essere visto e apprezzato.
Immergiti nel mondo di Unlocked e scopri fino a che punto la tecnologia può influenzare e stravolgere le nostre vite.
Marco Asteggiano