La vita è un cicles – Di Margherita Oggero

In una gelida mattina d’inverno, nel retro dell’Acapulco’s, uno dei peggiori bar di Torino, viene ritrovato un morto ammazzato. Chi è? Chi l’ha fatto fuori, e perché? Massimo, giovane laureato in Lettere che per sbarcare il lunario prepara panini e scongela brioches precotte, non ne ha idea…

A dirigere le indagini c’è il commissario Gianmarco Martinetto, un poliziotto dal carattere ruvido e apparentemente scostante come la sua città. In una girandola di irresistibili colpi di scena, Margherita Oggero ci regala un giallo dal ritmo serrato in cui come sempre Torino ha un ruolo da assoluta protagonista.

Ambientato nella capitale subalpina , il libro ha il fascino e l’intrigo del giallo e, alla fine, con la leggerezza di una bella storia, dei tempi di scuola, torna a galla e finalmente svela il rebus di perché La vita è un cicles. La levità e la leggerezza delle tenere storie d’amore.

La recensione

Di Torino colpisce il ritratto in cui si parla dell’incuria che domina la periferia, per cui: “una parte del quartiere, quella nuova e costruita in fretta dopo l’altra, è desolante, come tutte le aree periferiche dove imperversa l’incuria e il tessuto sociale è disgregato.

Dove giocando con una bomba carta ai giardini si semidistrugge un caseggiato; dove nessuno vede, nessuno sa niente, nessuno conosce nessuno; dove i cassonetti incendiati le panchine sradicate le vetrine in frantumi sono i fiori che sbocciano ogni notte.”

In tale contesto, dove pare dominare una “certa mafia veneta”, all’interno di un bar scalcinato e di scarsa bellezza, l’Acapulco’s viene trovato un morto, orribilmente sfigurato. Chi lo trova è Massimo, giovane laureato in Lettere, che si arrangia con il misero salario che gli è dato dal padrone del bar, tale Bettino Trevisan, losco figuro, tanto quanto il figlio, un po’ demente, Gervaso detto Gerry.

La cover del libro.

Di chi è il cadavere, e soprattutto chi è stato ad ucciderlo? Domande che si pone il povero commissario Gianmarco Martinetto, burbero e scostante, che preferisce essere ovunque piuttosto che lì. Lui: “soffre di una specie di insonnia. A qualunque ora vada a letto, alle cinque gli squilla una sveglia interiore che non c’è verso di zittire e lo costringe ad alzarsi, perlopiù sacramentando.

erso le due del pomeriggio, invece, è invaso da un torpore pesante che può smaltire soltanto quando è di riposo, con una pennichella ristoratrice, mentre negli altri giorni ingurgita caffè, maledice i ritmi circadiani e strapazza chi gli capita a tiro.”

Il finale sarà costituito da due studenti che si ritrovano dopo molti anni e comincia, la storia d’amore, in sospeso da tanto tempo, perché la vita è un Cicles e quando si attacca è difficile da eliminare!!

Tommaso Lo Russo

Tommaso Lo Russo

Redazione Sfumaturedigiallo.it

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