Il gioco delle Ultime volte – Di Margherita Oggero
La scrittrice è particolarmente attratta dal mondo della scuola e ad essa, talvolta, si ispira.
Lo ha fatto con “La collega tatuata”, pubblicata nel 2002 e “Una piccola belva ferita”, diventata soggetto della fortunata serie televisiva “Provaci ancora Prof” e lo fa nuovamente con questo ultimo romanzo, edito da Einaudi, che poggia il suo percorso su reminiscenze scolastiche e ricordi da studenti dei suoi personaggi.
Perdersi per ritrovarsi. «A volte bisogna perdere la strada per tornare a casa. Fratello dove sei?».
Ci vuole una sorta di tema da svolgere per agevolarne il cammino: rinvenire rimpianti, sensi di colpa, cose non fatte e non dette.
«Quando è stata l’ultima volta che hai fatto una cosa senza immaginare le conseguenze, o forse proprio con la consapevolezza che sarebbe stata l’ultima volta? E quando ci ripensi, con il senno di poi, che sensazioni ti procura?». Margherita Oggetto imbastisce la trama del suo libro intorno a queste premesse.
La trama
La terapia di gruppo giova e quattro donne e quattro uomini si ritrovano insieme per un lungo fine settimana in baita, fra cene, lunghe escursioni, tanti ricordi, rimpianti e rancori mai sopiti.
Sarà Sheila, la ragazza americana, unitasi al gruppo, a proporre di partecipare a “Il gioco delle ultime volte” in cui si possono raccontare vicende, anche inventate particolarmente significative.
Strano, ma tutti i partecipanti non raccontano storie inventate, ma verità anche se un pò rimanipolate.
I personaggi
Alessandra, detta Eli, perché così si risparmia sul tempo, diciassettenne scontenta, viziata, bellissima, innamorata da poco di Robi che le ha dichiarato, al terzo incontro: «mi sto innamorando di te», ma poi cambia atteggiamento e, forse per colpa sua, la ragazza va ad incontrare il tram in corsa e finisce in rianimazione.
Robi, nome per intero, Roberto Garrella, afflitto dai sensi di colpa per il tentato suicidio della bellissima Eli si dispera e si augura che si salvi.
Nicola, medico del Pronto soccorso che sembra aver salvato la ragazzina suicida.
Un tempo, a scuola, era uno dei due Dioscuri (la mitologia di Castore e Polluce) assieme a Matteo; amici per la pelle che da trent’anni non si parlano per uno scherzo mal digerito. Esattamente, dall’ultima vacanza fatta insieme ad Amsterdam.
Si ritrovano, casualmente, insieme nella casa di Giuliana e Pietro a Chamois, dove con Nicola ci sono anche la moglie Teresa, Arianna e Federico Borgarello, troppo dedito a far soldi, fa un crack per via di speculazioni sbagliate.
Arianna, professoressa di chimica, era innamorata a scuola, come tutte le compagne, di entrambi i Dioscuri, Matteo e Nicola, a suo dire, senza illusioni, anche se, tuttavia ci sperava. Il marito fa l’amministratore di condomini e lo speculatore nel campo finanziario.
Teresa, l’unica ragioniera del gruppo, non figlia di benestanti come gli altri, si è fatta da sola una carriera nel ramo assicurativo.
«Qualche flirt, niente di veramente importante, neanche a reinventarli e infiocchettarli i miei ricordi delle superiori sarebbero degni di un amarcord conviviale».
Il rapporto con il marito Nicola è alquanto anemico, quando prende una sbandata per un ragazzo che ha la metà dei suoi anni.
Seppur il marito, in passato, l’abbia tradita, il colpo di fulmine è puramente casuale.
Si sa, un paio di corna non si negano a nessuno, ma quando capita di riceverle è più doloroso, così, quando, per caso, Nicola le scopre patisce molto e stenta a crederci.
Comincia con il provare pena per lei che si è invaghita di un ragazzo tanto più giovane, ma alla fine deve ammettere che la pena, la prova soprattutto per se stesso.
Giuliana e Pietro Ferroni sono i padroni della baita dove si confessano e fanno training psicologico tutti i convitati.
Anche Giuliana, in fatto di corna se ne intende, mentre il marito, da quel punto di vista, è innocente.
Il romanzo scorre veloce, delicato, con una continua introspezione dei personaggi e un rimando dai tempi dell’inconsapevolezza della scuola a quello della consapevolezza da adulti.
Mentre una ragazzina sta vivendo fra la vita e la morte, c’è un’altra battaglia in baita nel gruppo che si svolge e dipana, perché scavare è sempre doloroso e la ricerca di verità nascoste va fatta con garbo.
La professoressa Margherita Oggero è maestra e porta il lettore a riflettersi nei personaggi e a interrogarsi con delicatezza e un pizzico di ironia anche sulla propria esistenza.
Il mistero rivelato dello scherzo
Complice una caldaia rotta, pensieri che non fanno dormire, Nicola scende a pian terreno e comincia a versarsi due dita di whiskey. Nel frattempo, arriva anche Matteo e, in seguito, anche il padrone di casa Pietro che non riesce a dormire per via della caldaia rotta e della figuraccia per il gelo in casa e li raggiunge.
Li lascia subito soli perché intuisce che devono chiarirsi.
Alla fine, anche i due Dioscuri faranno pace e scopriranno una verità che in parte già sapevano anche se ci sono voluti trent’anni per capirla e ammetterla.
Un libro intenso, in cui entra un pezzo di mondo vero che ogni volta porta con sé tutti i suoi saperi, sapori e odori.
Tommaso Lo Russo