Il destino dell’avvoltoio

Il destino dell’avvoltoio. Un giallo di Giorgio Ballario

In attesa di leggere il prossimo libro di Giorgio Ballario in uscita a breve, con il supplemento de La Stampa e in libreria, mi sono letto Il destino dell’avvoltoio”, 203 pagine, pubblicato dall’Edizioni del Capricorno.

Un bel romanzo di realismo di genere noir che scorre veloce, completamente diverso da quelli ambientati nell’Africa coloniale orientale del maggiore Morosini. Un giallo che si legge in fretta ma che dà spazio a qualche risvolto psicologico.

Lo scenario

È la Torino dei giorni nostri in tutte le sue declinazioni. Sacche di povertà e immigrazione, luoghi a volte fatiscenti, destinati ad entrare in possesso di ricchi speculatori. Un mondo borderline dove c’è di tutto e anche la N’drangheta.

Il destino dell’avvoltoio
La copertina del libro

La trama

Il personaggio principale è l’avvocato Fabio Montrucchio con nessun futuro davanti perché quello che aveva un tempo l’ha gettato alle ortiche e vive di espedienti cercando le sue vittime nelle corsie degli ospedali, dove non gode delle simpatie del personale.

Un antieroe con troppi difetti in cui non ci si può e non ci si deve immedesimare come avviene a volte in altri romanzi. Un personaggio in cui il lettore fatica a identificarsi perché fuori dai canoni che ci si aspetterebbe. 

Il sottobosco ambientale delle truffe e dei piccoli raggiri e di personaggi d’antan come il ricettatore Giovanni Bodrero, detto Gioan Canònich, che usa l’argot della mala.

Un linguaggio coinvolgente che porta a chiederti: quali siano le specificità culturali e sociali della “vecchia mala torinese”.

Montrucchio ha un matrimonio fallito alle spalle, abusa dell’alcol. Gioca, perde e fa uso di droghe. Praticamente, una vita fallimentare con nessuna speranza nel futuro. Né in campo sentimentale né in quella della carriera di avvocato. Vive di piccoli espedienti e truffe in campo assicurativo.

Lo chiamano lo sciacallo, Jena ridens e, il più delle volte, l’avvoltoio.

<<Sono un avvoltoio, non una pecora. Gli avvoltoi si nutrono di cadaveri e immondizia, ma volano>>.

Per il suo modo di sbarcare il lunario, resta coinvolto in una allucinante ragnatela, da cui districarsi sarà particolarmente arduo e diventerà una trappola in cui coinvolgerà purtroppo altre persone.

Montrucchio cade nella trappola, trascinato a sua insaputa in una faida tra cosche.

Scrivere un libro richiede un talento non comune. Il nostro scrittore attinge e prende spunto con maestria dalla realtà.

Buona lettura

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