Quattro chiacchiere con l’autore: Margherita Oggero
La letteratura gialla è un genere che appassiona e non tramonta mai. Ce ne sono tante declinazioni per cui rimane solo l’imbarazzo della scelta. Si tratta di letture appassionanti che coinvolgono il lettore e provocano forti emozioni, tanto che, negli ultimi tempi, il giallo, noir e thriller si sono affermati come il genere più letto nel mondo.
Da lettura di evasione è diventata anche un modo per approfondimenti culturali, scientifici e geografici. Fra questi anche il filone storico, archeologico e scientifico che vede scrittori americani, ma anche italiani farne una tavolozza straordinaria su cui tessere la sinossi del romanzo.
Intervista a….
Margherita Oggero, giornalista del il Sole XXIV Ore, ex insegnante di Lettere, ed autrice invitata al nostro ultimo salotto letterario, è nata e vive a Torino. Nel 2002 pubblica il suo primo romanzo, La collega tatuata, edito da Mondadori. L’anno successivo esce Una Piccola bestia ferita che diventa una serie televisiva “Provaci ancora Prof” con Veronica Pivetti nel ruolo dell’insegnante Camilla Baudino. Alla scrittrice abbiamo posto alcune domande.
Quali sono i motivi del successo del poliziesco?
Il giallo non è solo appassionante ma anche “riposante”, nel senso che può distrarre dai propri affanni e costituisce una specie di sfida all’acume del lettore. In fondo, così come siamo tutti commissari tecnici della Nazionale di calcio, siamo anche super poliziotti e magistrati infallibili, almeno nella presunzione.
Il giallo è un enigma da risolvere e la vita reale non è tanto diversa?
Per fortuna la vita non ci impone sempre enigmi, ma scelte più o meno importanti da affrontare senza sentirci degli Edipo davanti alla Sfinge.
Nella letteratura gialla si impara come a scuola ?
Ogni libro, giallo o no, ci insegna sempre qualcosa, a meno che non sia di qualità infima.
Una volta nel poliziesco si stigmatizzavano i modi rudi delle forze di polizia, ma è ancora così?
Ci sono gialli truci in cui a violenza viene risposto con altra violenza, altri in cui le forze dell’ordine vengono dipinte con maggior rispetto e realismo. Anche se a Bolzaneto il caso Cucchi ed altri più recenti inducono a non cadere in un eccessivo ottimismo.
Il giallo si è evoluto perché anche gli investigatori hanno alzato maggiormente il loro livello culturale e investigativo e preferiscono l’intelligenza alla forza bruta?
Sì, normalmente è così
La mente umana prevale sulle tecniche più sofisticate e c’è bisogno di dimostrarlo anche se solo nella fiction?
L’intelligenza umana è insostituibile (almeno per ora), però il progresso dei mezzi e delle tecniche investigative hanno permesso la soluzione di molti casi. Non dimentichiamoci mai che la realtà non è fiction cioè finzione.
Come insegnante di lungo corso, come vede l’insegnamento nelle scuole ai tempi di Covid?
Le lezioni al computer sono un ripiego, ma non è una vera didattica. Manca l’emotività, il contatto con gli insegnati e i compagni. Non se ne può fare a meno, ma la scuola in presenza è un’altra cosa
In fatto di cucina lei è considerata un’esperta?
Con mio marito, gourmet, abbiamo condiviso tante cose insieme. La panissa di mia nonna resta un’icona e adoro l’aglio e la bagna cauda.
Negli aneddoti si racconta che, durante un anniversario di matrimonio suo marito, a Vessalico, paese famoso per l’aglio, le donasse una treccia d’aglio invece del classico gioiello, è vero?
Si. L’ho amato anche per questo.
Grazie Margherita Oggero!
Grazie a voi.
Conclusioni
Concludiamo quest’articolo, condividendo il suo intervento tenutosi durante il nostro salotto letterario a Bossolasco:
Tommaso Lo Russo




