Recensioni di libri

Sangue del mio sangue: un thriller psicologico di Roberta de Falco

È uscito recentemente, nel supplemento al settimanale Oggi, Sangue del mio sangue. un giallo edito da Mondadori e rieditato, per l’occasione, nella serie Le investigatrici per conto di Piemme Editori.

Un bel giallo che si legge veloce, sotto l’ombrellone o in altri luoghi rilassanti che non richiedono particolare impegno. Praticamente un noir di evasione. Non come altri che, a volte richiedono il vocabolario a portata di mano o, l’onnipresente Google.

Un’indagine condotta con sapienza da una donna che fatica a muoversi all’interno di un mondo prettamente maschilista che la penalizza. In aggiunta, quando arriva sulla scena del delitto nulla fa presagire il suo ruolo. È vestita da ragazzina.

il commissario Elettra Morin

Magra, androgina, con una giacca blu di foggia maschile e un berretto di lana in testa. Con le mani in tasca, scarpe da ginnastica e jeans sdruciti, tutto fa pensare ad una ragazza arrabbiata in guerra con il mondo. In effetti non è così distante dalla realtà per via della sua infanzia non felice che le ha lasciato strascichi indelebili.

Se la guardi più a fondo ti accorgi che sa già che cosa vuole, forse. A parte la raccomandazione ricevuta – di cui non era a conoscenza – è determinata a non far rimpiangere la sua nomina.

All’arrivo in commissariato a Monfalcone, al suo primo incarico, è già guardata con malignità e invidia da parte dei colleghi maschi, eccetto che dall’ispettrice che stravede per lei.

Elettra Morin è stata allieva di un commissario importante al quale ancora si rivolge quando ha bisogno di aiuto e l’ha resa l’investigatrice che è diventata.

Così farà anche per la sua prima indagine. Sa di non potersi permettere il lusso di sbagliare.

A latere delle indagini di polizia si svolge un mondo parallelo di rancori, amori che ritornano e parenti stretti che non sapeva di avere e di cui non conosceva l’esistenza. Salvo che irrompono tutti nella sua vita in modo dirompente e inaspettato, ma di cui non potrà non tenere conto.

Storie di migrazioni che non sono solo di oggi, ma c’erano da tempo assieme ad altri risvolti della vita contemporanea che affiancano le indagini.

La trama e le indagini

Viene rinvenuto un cadavere completamente carbonizzato al volante di un’auto.

Anche la vettura è bruciata. L’unico dettaglio importante è che i resti del corpo lasciano intravedere un piccolo, ma luminoso diamante all’orecchio della vittima.

Sarà possibile risalire al suo proprietario o, come ritiene lei, per una sorta di intuizione femminile al nome della vittima anche se i maligni del suo staff sostengono che ormai li portano anche gli uomini?  Tutto fa pensare a un pauroso incidente finito in tragedia.

Per il commissario Elettra Morin non è così: si tratta di omicidio. Non è disposta a credere a verità scontate. Subito dopo, a poche centinaia di metri, viene ritrovato un uomo nudo, ferito, che fugge da un’auto mezza demolita. Tutti pensano di avere in mano il colpevole e di aver risolto in fretta il caso.

Non sarà così, le indagini proseguono e, dalla targa dell’auto, arrivano in un’antica dimora di un collezionista d’opere d’arte. Nella villa vive una sorta di famiglia allargata con tanti misteri e verità che solo lentamente verranno a galla.

In un crescendo di colpi di scena e di missioni in territori lacustri e anche all’estero l’indagine in “Sangue del mio sangue” porterà alla soluzione dell’intricata vicenda. Il commissario Morin capisce di dover andare oltre le facili apparenze scavando a fondo in verità incofessabili.

Con un finale non prevedibile e scontato. Un refrain sempre valido.

Conclusioni

Ci sono luoghi dove uno dovrebbe sentirsi più al sicuro: la famiglia.

Non sempre è così, purtroppo. Si pensa che le cose capitino solo agli altri e poi, leggendo le cronache ci si accorge che capita, molto più spesso, anche a quelli della porta accanto. Io ti salverò, forse.

Buona lettura

Lucia Bosia

Redazione Sfumaturedigiallo.it

Stiamo lavorando per migliorare la vostra esperienza online.