Cena di classe, un legal thriller a quattro mani
Non abbiamo mai creduto molto nei libri a quattro mani. Il risultato spesso è deludente perché fra gli autori non c’è compenetrazione, simbiosi e non si riesce a calibrare i rispettivi ruoli. Oppure, su due che risultano esserne gli autori, ce n’è solo uno che scrive ed il risultato è spesso eccellente, ma non si può sostenere che è scritto in tandem.
Scritto da Alessandro Perissinotto e Piero d’Ettore, con “Cena di classe” nasce un duo che, pensiamo, avrà altri successivi sviluppi. Quando Perissinotto scrive è particolarmente attrattivo e coinvolgente. Il romanzo è il primo della saga che avrà per interprete Giacomo Meroni, penalista del Foro di Torino.
Come nasce l’avvocato Giacomo Meroni?
Dall’incontro di due amici di vecchia data che giocano a pallone insieme e fanno mestieri diversi; Perissinotto fa lo scrittore-insegnante, e d’Ettore l’avvocato. Scaturisce la curiosità del rispettivo lavoro dell’altro e di come, anche nella scrittura, possano condividere un percorso comune.
L’idea: dall’immaginazione di uno e dalle esperienze professionali vissute nella vita reale prende vita l’avvocato Meroni. Chissà se nella scelta del nome i due scrittori, calciatori per hobby, si siano ispirati al mitico calciatore Luigi Meroni, investito da un’auto a Torino?
Il libro di 296 pagine, edito da Mondadori, è stato pubblicato recentemente (2022).
La trama
Giacomo Meroni, al contrario di molti suoi colleghi, non è figlio d’arte e l’idea dell’avvocatura non lo sfiorava neppur lontanamente. Lui è figlio di un carabiniere ucciso in servizio. Segue le orme del padre e diventa carabiniere. Gli studi alla Facoltà di Giurisprudenza gli dovevano servire solo per la sua carriera di ufficiale.
L’11 settembre 2001, mentre tutto il mondo guarda atterrito il crollo delle Torri Gemelle, sua moglie Rossana Actis viene investita da un pirata della strada. Si scoprirà, in seguito, che l’investitore era alla guida di un’auto blu con targa CC simile a quelle in dotazione ai carabinieri.
Il tarlo del dubbio l’assale. Pensa che a travolgere Rossana e a privarla dell’uso delle gambe sia stato un collega e ciò lo induce ad abbandonare l’Arma ed entrare nello studio legale del suocero, Vittorio Actis.
Diventato avvocato, Meroni, il 22 febbraio 2018, trova ad aspettarlo in studio una donna di una certa età dell’alta borghesia molto affranta.
Suo figlio, Riccardo Corbini, un amorfo ingegnere sulla cinquantina, è appena stato arrestato con un’accusa pensatissima: lo stupro e l’uccisione, nel giugno del 1984, di una compagna di liceo durante una cena di classe. Le indagini di quel delitto si sono trascinate stancamente senza portare ad alcuna conclusione per un tempo infinito. Tutto d’un tratto, è apparsa una nuova prova, quella che, secondo il PM, inchioda il cliente di Giacomo e il cold case torna alla ribalta.
Ma Corbini è un colpevole che ha diritto a un giusto processo o un uomo innocente che deve essere sottratto all’errore giudiziario? Il compito dell’avvocato non è stabilire la verità e Giacomo lo sa bene; eppure, per lui, scoprirla fa la differenza. Per questo si immerge in un’appassionante indagine difensiva che coinvolgerà tutti i compagni di classe della vittima e dell’imputato, facendo riaffiorare odi, amori e rancori mai placati.
Lo scenario in cui si svolge la vicenda è Torino e i riferimenti al processo italiano sono necessari ma appesantiscono un po’ il romanzo.
Buona lettura
Lina Lo Russo