La collana “Piemonte in Noir” delle edizioni del Capricorno propone il romanzo “Non di sola carne” di Fabio Girelli. Era già uscito con il titolo “L’altro” nel 2012, ed è stato riedito con successo, allegato al quotidiano La Stampa.
Probabilmente il libro più difficile, ma estremamente interessante, dello scrittore.
Un romanzo che prende spunto dal libro di Lev Tolstoy e viene reinterpretato come immagine riflessa da uno specchio che dà una raffigurazione completamente diversa, distorta e opposta.
Solo lo schema è identico, tutto il resto è differente. Per i personaggi del romanzo di Girelli, Anna Karenina sarà la chiave di volta per risolvere una serie di enigmi che li attanagliano. E, come nelle matrioske, quella più grande ne racchiude un’altra, in una girandola di colpi di scena incredibili. Fino alla conclusione che ci si aspetta ma tarda ad arrivare, ed è sempre ingannevole e sarà sorprendentemente imprevista.
Lo scenario
La vicenda si svolge in modo palpitante e incalzante tra Torino, la Costa Azzurra, Roma, Siena e Milano, abbinata ad una sorta di rilettura di Anna Karenina che serve per individuare le tracce lasciate da un nuovo, irriverente Pollicino.
Tra le citazioni anche quella di Albert Camus:
<<Ho deciso di essere logico. Vedrete quanto vi costerà la logica>>.
Ma nemmeno con il ragionamento logico si arriverà alla soluzione dell’enigma se non seguendo lo “schema” del romanzo di Anna Karenina.
La trama e il terrore
Prima del terrore c’è anche la parte divertente. La madre di uno dei personaggi ha imposto ai tre figli i nomi del romanzo di Anna Karenina: Stepan, Vronskij e Lèvin e con nomi così qualche inconveniente può capitare. Per esempio:
<< Ecco la carta di identità>>.
L’usciere la esaminò a lungo…
<<Quindi lei è italiano?>> risposta <<A quanto pare>>
<< E perché ha un nome straniero?>>
<<È per via di mia madre>>.
<<È lei a essere originaria dell’Est?>>
<<No, anche lei è italiana, però conosce Tolstoy?>> l’usciere gli chiede
<<Un parente?>>.
A parte la fase divertente, il romanzo rappresenta una spirale di terrore agghiacciante da cui sarà difficile uscire.
Alberto Garlanda è la iena, il cannibale che ha sconvolto la collettività con inaudita ferocia perché mangiava le sue vittime come prova d’amore dopo averle irretite sul web. In uno scontro a fuoco con la polizia resta ucciso. Ora è sul letto dell’obitorio dove il medico Lèvin Alfieri dovrà eseguirne l’autopsia. Per Alfieri è una normale routine, ma avviene un fatto sconvolgente, nello stomaco del corpo senza vita viene rinvenuto un anello, la fede nuziale della madre del medico che lui riconosce quasi subito.
Da qui inizia una sarabanda di intrecci pericolosi, persino mortali. Tanti personaggi che sembrano non avere un filo conduttore comune.
Fra hacker, sindrome di asperger e persone coinvolte con molto da farsi perdonare, il thriller scorre veloce e sempre inatteso in una matrioska imprevedibile e agghiacciante.
Una mancanza di empatia che sembra calzare con premonizione ai fatti drammatici attuali di una guerra civile che annienterà l’Occidente!
Tommaso Lo Russo