Pubblicato nel dicembre 2011 da Hobby & Work, “La sconosciuta del lago” è ispirato ad un fatto di cronaca nera realmente accaduto nell’estate del 1955. Il ritrovamento, a Castelgandolfo, del corpo decapitato di una ragazza.
L’autore, Nicola Verde, ambienta, per l’appunto, quest’opera in luoghi di fantasia della Roma dell’immediato dopoguerra, sottolineandone la miseria, ma anche il desiderio di riscatto.
Un commissario fuori dagli schemi
Le indagini del caso vengono affidate al commissario Leopardo Malerba, considerato un soggetto di dubbia moralità e dai metodi poco ortodossi. Accanto a lui si muovono le voci di molti personaggi, compresa quella della vittima stessa, che viene chiamata a raccontare gli ultimi giorni della sua vita.
Tutti i protagonisti contribuiscono a narrare il periodo in cui è ambientato il romanzo: i primi anni ’50 in Italia, caratterizzati dalle molte ombre e dalle poche luci.
Un grande lavoro di ricerca
Traspare, da questo romanzo, il grande lavoro di ricerca che Nicola Verde ha compiuto nel documentarsi sugli eventi descritti.
Allo stesso tempo, risulta veramente interessante la definizione psicologica dei personaggi proposti, ricca di particolari che contribuiscono a collocarli sul confine sfumato che divide il Bene dal Male.
Lo stesso protagonista non è esente da colpe, ma questo non lo rende automaticamente complice del delitto.
Un premio meritato
Vincitore al Premio Festival Mediterraneo del giallo e del noir, per la sezione Romanzi Storici, “La sconosciuta del lago” si presenta come un’opera meritevole, utile anche a ricordarci chi eravamo come Italiani.
In essa il lettore potrà ritrovare un Paese che sembra aver voluto dimenticare le proprie radici, compiendo, forse, il peccato più grave. Quello della non conservazione della memoria.
Marco Asteggiano