L’ira funesta, un giallo di Paolo Roversi
Un romanzo che scorre veloce, l’ira funesta è piacevole da leggere durante le vacanze oppure semplicemente per rilassarsi; questa è la prima indagine del maresciallo Omar Valdes.
Un ritratto di personaggi e luoghi d’antan che ritornano in superficie e pensavamo ormai dimenticati.
Lo scenario
L’Ira funesta è ambientato nella Bassa padana, dove allignano le storie alla Don Camillo e Peppone. Un paese dove si capisce subito, per chi vi arriva, che ci troviamo in una sorta di Piccola Russia, di nostalgici dei comunisti di una volta.
Infatti, i nomi delle quattro vie del paese evocano la nostalgia di un tempo. All’inizio, in paese, non gradivano essere definiti la Piccola Russia. Poi si sono abituati e infine lo hanno considerato una connotazione positiva.
La trama
Il tranquillo agglomerato di case si risveglia in una calda giornata di luglio con l’unica farmacia, con le serrande abbassate.
Il Gaggina, un energumeno di centotrenta chili, vede la serrata delle saracinesche come un segno del destino che gli dice di non prendere più ansiolitici. Se è un bene, ci potrebbe essere qualche dubbio.
Privo dei tranquillanti, la sua furia cresce e, a causa di questo, comincia ad aggirarsi per il paese in motorino, inveendo contro il mondo intero fino ad arrivare a barricarsi in casa con due ostaggi, brandendo una katana giapponese.
A sconvolgere il paesino, nella stessa giornata, nella campagna circostante, viene rinvenuto, senza vita, il corpo di un anziano che, dall’America, è ritornato al paesello con tanti soldi. Come lui sosteneva.
L’emigrato è Giuanìn Penna, rientrato in Patria, dopo trent’anni. L’omicidio è stato perpetrato con una spada. A dirigere le indagini viene chiamato il maresciallo Omar Valdes, conosciuto come “tenente Siluro”, che dovrà scoprire il colpevole ed accertare se le spade sono due o, soltanto, una.
Possibile che il Gaggina, strampalato ragazzotto, sia diventato un assassino?
Conclusioni
Il romanzo si legge tutto d’un fiato, come tutti quelli di Paolo Roversi, è lo spaccato di un microcosmo di una piccola realtà, dove tutti si conoscono, si criticano e, qualche volta vengono alle mani, ma tutto si sistema e placa con il calar della sera.
Valdes è un investigatore, all’apparenza burbero e spigoloso, lui nella Piccola Russia ci si trova bene.
Nel romanzo le vicende personali degli abitanti e del maresciallo si intrecciano con l’enigma di un omicidio inquietante da risolvere in fretta per riportare tutto alla normalità fra un colpo di scena e l’altro.
Lina Lo Russo