Uomini che odiano le donne – In streaming su Amazon prime
Tratto dal primo dei capitoli della trilogia letteraria “Millenium“, dello scrittore svedese Stieg Larsson, il film “Uomini che odiano le donne” (“Män som hatar kvinnor” in lingua originale) è uscito nelle sale italiane nel maggio 2009.
Il film non è da confondere con il suo gemello americano: “Millennium – Uomini che odiano le donne“, del 2012 di cui abbiamo parlato qualche articolo fa. Entrambi sono tuttavia disponibili su Amazon Prime Video e su YouTube. Il film del 2009 è disponibile anche su Apple Tv.
Di Larsson sappiamo che non è vissuto abbastanza da assistere al successo dei suoi libri e dei film ad essi dedicati, all’estero come nella sua patria.
L’antefatto
Da oltre quarant’anni, Henrik Vanger (Sven Bertil Taube), il fiero ed anziano capostipite della numerosa famiglia Vanger, potenti industriali svedesi, riceve per posta un pacco proveniente da una località ogni volta diversa.
Si tratta di un dono anonimo dedicato al compleanno di Harriet, la nipote scomparsa misteriosamente molto tempo addietro; dono che l’uomo attribuisce ad un tentativo di farlo impazzire ad opera dei suoi stessi consanguinei, allo scopo di sottrargli indegnamente la cospicua e fruttuosa eredità.
Desiderando compiere un ultimo tentativo per risolvere questo mistero, l’anziano affiderà il caso a Mikael Blomkvist (Michael Nyqvist), noto redattore capo della rivista “Millenium”, in procinto di essere incarcerato per diffamazione.
Coadiuvato da Lisbeth Salander (Noomi Rapace), punk-hacker dal misterioso passato, al servizio di una nota agenzia di investigazione, Mickael indagherà sugli inquietanti segreti e sullo sconvolgente passato della famiglia Vanger.
Si ritroverà, in questo modo, a dover risolvere la più classica delle scene del crimine a camera chiusa.
Odiare le donne
La sinossi di questo prodotto della settima arte, ideata da Nicolaj Arcel e Rasmus Heisterberg è un capolavoro di ingegno machiavellico atto alla valorizzazione del pensiero femminile che, frustrato nella storia, non può non dirsi vittima delle atrocità compiute dagli uomini, sia contemporanei che del passato.
Nel seguire la trama del film di Oplev, lo spettatore non potrà che identificarsi nelle figure di donne, ma, soprattutto, di vittime, rappresentate dalle protagoniste.
Perfettamente recitate da Nyqvist e da un’irriconoscibile Noomi Rapace, le parti di Mickael Blomkvist e di Lisbeth Salander riescono a rappresentare, degnamente, un mondo basato sulla contrapposizione psicologica dei sessi.
L’investigatore, nel tentativo di comprendere la ragazza, darà alla propria vita una svolta decisiva; la ragazza, nello sforzo di capire e di farsi capire, troverà in Blomkvist la figura paterna che le è sempre mancata nella vita.
In questo, Michael Nyqvist e Noomi Rapace rappresentano l’umanità intera, carica delle proprie colpe e del proprio bagaglio di sofferenze, e ciò dona al film una valenza universale.
Difficile dire chi tra i due reciti meglio. È persino complicato trovare una pecca nell’interpretazione dei caratteristi minori.
Ottime la fotografia di Eric Kress ed il montaggio di Anne Østerud che riescono a determinare, in maniera esatta e con ampio uso di piani sequenza fulminei, l’aspetto estetico dell’opera.
Quello che sarebbe potuto apparire come un film noioso e ripetitivo si rivela come un’opera sublime grazie al lavoro dei due montatori.
La colonna sonora è ben realizzata e accompagna degnamente ogni singola scena, non mancando mai di ricordarci che sentimenti come l’orrore e la gioia fanno parte integrante dell’esistenza di tutti, non importa se uomini o donne.
Uomini che amano le donne
“Io sono un sadico porco, un verme ed uno stupratore”: questa frase, tatuata contro la sua volontà sul corpo di un avvocato tutelare corrotto, suggerisce allo spettatore quello che è l’emblema, l’archetipo ed il simbolo stesso di questa pellicola: la violenza contro le donne.
Violenza psicologica, certo, ma anche nel corpo e, soprattutto, nell’animo. Violenza che, in una forma di eloquente catarsi finale, condurrà i protagonisti a comprendere qualcosa di importante su sé stessi e sulle proprie esistenze.
Marco Asteggiano