Il mistero dei falsi d’autore e la bellezza autentica di quelli veri

In passato, in una splendida Milazzo, in Sicilia, avevo conosciuto un giovane che faceva magnifici dipinti.

Una collezione incredibile di tanti quadri bellissimi.

Quando li avevo visti per la prima volta avevo pensato che fosse un milardario. Invece no, erano tutti falsi, ma d’autore.

In seguito, mi ero documentato e avevo scoperto che, addirittura ci sono, in questo campo, vere e proprie botteghe d’arte.

Addirittura, riproduzioni realizzate in conformità con la legge 1062/71 e quindi in libera vendita con tanto di fattura e di promozione e pubblicità.

I “nostri artisti “di grande talento e con anni di esperienza sono in grado di fornire i falsi più fedeli agli originali, così dicono nella promo.

<<Il Made you look: A true story about fake Art>> è il nuovo documentario diretto dal regista canadese Barry Arvich che racconta la storia incredibile di una serie di compravendite di opere false realizzate, tra il 1994 e il 2011, da una delle più antiche e prestigiose gallerie d’arte del mondo, la newyorkese Knoedler>>.

Era il 1994 quando la direttrice della galleria, Ann Freedman, venne contattata da una misteriosa intermediaria per conto di un collezionista anonimo, proprietario di oltre 40 opere di esponenti dell’Espressionismo astratto americano.

Tutte le opere erano prive di documentazione e certificati di autenticità. Capolavori che, per tecnica e realizzazione, convinsero non solo la Freedman, ma una serie di esperti, critici e storici affermati nel mondo dell’arte, che ne confermarono l’autenticità.

Il seguito di queste presunte expertise portò collezionisti, musei e istituzioni ad acquisire opere false attribuite a maestri come Pollock, Rothko, Motherwell e molti altri, per un totale di più di 80 milioni di dollari.

Tutti i nodi vengono al pettine e una complessa vicenda giudiziaria porta alla scoperta del fatto che quelle opere straordinarie erano statuette realizzate da Pei-Shen Qian, un pittore cinese che viveva nel Queens e che per sottrasi all’arresto se ne tornò allo scoppiare dello scandalo a Shanghai. Segno che c’è una Cina che non perdona e la stessa nazione che chiude, non solo un occhio, ma entrambi.

La morale di questa storia è che, dopo di allora, gli expertise divennero fondamentali, così come tutte le procedure di autentica, attribuzione e valutazione delle opere d’arte.

Vedere, credere, apparire, risultare e verosimilmente vero non sono termini equipollenti e per chi, di conseguenza, è stato irretito nella rete del falsario è drammatico ed avvilente.

Del resto, presunti capolavori di Modigliani non furono truffa, ma una mera goliardata che ingannò per tanto tempo?

Certo è che se uno si compra un bel falso d’autore, non potendosi comprare l’originale e se non lo spaccia per autentico, ha tutta la nostra ammirazione.

Rimane un dubbio, ma un artista tanto bravo a fare un falso d’autore non potrebbe mettersi a realizzare un suo capolavoro?

Bella domanda: tutto il giro di falsi, più o meno pregiati, come andrebbero a finire!

Tornando alle cose vere, Daniela Giammusso, giornalista dell’agenzia ANSA, ci descrive la mostra di Jessica Stockholder negli spazi delle OGR – Officine Grandi Riparazioni di Torino mentre Alessandra Caldarelli, collaboratrice di Exibart e Inside Art, ci descrive quella di Matthew Brannon appena inaugurata alla galleria Gió Marconi di Milano.

Tommaso Lo Russo

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