Recensioni di libri

“Le schegge” un romanzo di Bret Easton Ellis

È stato presentato sabato 21 ottobre, al Circolo dei Lettori di Torino, con la partecipazione dello scrittore Bret Easton Ellis, il romanzo “Le schegge”, edito da Giulio Einaudi, in dialogo con Diego De Silva.

L’incontro con il grande scrittore statunitense è stata l’anteprima del nuovo festival della Fondazione Circolo dei lettori Radici, il festival dell’identità (coltivata, negata, ritrovata), in programma a Torino dall’1 al 5 novembre. Ha introdotto l’incontro il traduttore di Ellis per Einaudi, Giuseppe Culicchia, curatore di Radici.

Le schegge

Quando uno scrittore, come in questo caso, non pubblica libri per tredici anni, si può ben dire che c’è stato il “famoso” blocco da cui un romanziere pensa di uscire, prima o poi.

Il caso di Bret Easton Ellis è però diverso in quanto Ellis ha realizzato dei podcast che sono stati trasfusi, ampliandone la vicenda, in Le schegge“.

Un libro di 752 pagine, intenso, giudicato dalla critica il suo più grande lavoro.

Uno scrittore che, nelle diverse interviste, ha voglia di parlare di tutti i temi: sociali, etici e culturali.  Un romanzo inquietante, ambiguo, violento che è, al tempo stesso, una lucida riflessione su memorie e desiderio, verità e narrazione di questi tempi schizofrenici, paranoici, puritani e un po’ ipocriti.

Lo scenario

È la Los Angeles degli anni Ottanta e l’inquietudine dei giovani e di un tempo che non tornerà più.

La trama e la sua evoluzione.

In un’intervista Ellis ha dichiarato:

«Nel 1982 ho scritto una quarantina di pagine di questo libro, ma poi l’ho lasciato perdere per dedicarmi a “Meno di zero“. Mi ci sono voluti quarant’anni per riguardare agli eventi passati con il distacco giusto per riprendere in mano la storia.

A quel tempo ero troppo coinvolto: c’erano i Blondie alla radio, la cocaina sul tavolo, eppure sapevo dentro di me che questo libro doveva essere scritto.

Avevo bisogno di rimettere insieme le mie emozioni, e questo momento è arrivato con il lockdown».

La trama dalla quarta di copertina.

Nel 1981 Bret ha diciassette anni e frequenta l’ultimo anno alla Buckley, la scuola della gioventù dorata di Los Angeles.

Feste in piscina, amori promiscui, Bmw, coca, vodka e succo di pompelmo, nell’autoradio cassette piene di Ultravox, Blondie e Duran Duran.

Un mondo falso e perfetto, piacevole, di certo eccitante, almeno finché in classe non arriva uno studente nuovo:

«Se la primavera e l’estate del 1981 erano state il sogno, qualcosa di paradisiaco, allora il mese di settembre rappresentò la fine di quel sogno con l’arrivo di Robert Mallory».

Robert è intelligente, bello, carismatico e presto entra a far parte della ristretta cerchia di amici di Bret.

Robert, però, nasconde un segreto indecifrabile anche per le persone che gli sono più vicine. Ammaliato dal fascino ambiguo di Robert, Bret sviluppa una vera e propria ossessione nei confronti del nuovo compagno. Ma Bret non può assecondare fino in fondo quell’attrazione perché c’è qualcosa, anzi qualcuno, il cui pensiero lo sconvolge più di ogni altro: il Pescatore.

È questo il nome con cui è stato ribattezzato un pericoloso serial killer che sta mietendo vittime a Los Angeles in quegli anni e che sembra deciso a colpire il gruppo di amici di Bret e Bret stesso.

Minacce terrificanti, atti di violenza casuali, inquietanti coincidenze. Questa serie di eventi va a comporre un quadro che viene continuamente interpretato da Bret attraverso il filtro della sua immaginazione di adolescente dalle grandi doti narrative, in un momento in cui sta scoprendo la sua vocazione letteraria e la sua omosessualità.

Bret si può fidare degli amici? E con la sua capacità di leggere la realtà riuscirà a trovare un senso al pericolo che sembra incombere su di lui?

Buona lettura

Tommaso Lo Russo

Redazione Sfumaturedigiallo.it

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