Colline rosso sangue. Il nuovo giallo di Mauro Rivetti

Continua la saga che affonda le radici nelle Langhe e Roero Patrimonio Unesco. Colline rosso sangue ha per protagonista il pubblico ministero, Teresa Bianco che abbiamo imparato a conoscere nei due precedenti romanzi dell’autore.

Stampato in formato tascabile di 296 pagine da Golem Edizioni si presenta con una deliziosa immagine di copertina di Valentina Catto.

Lo scenario del racconto.

Sono le Langhe, quelle della malora descritte mirabilmente, da Beppe Fenoglio di cui si è  celebrato il centenario della nascita. Il romanzo si dipana anche nel Roero, nel mondo del vino che, nel Barolo, ha il suo re indiscusso, a Cuneo e in un cascinale diroccato, trasformato, in cantina vitivinicola dal nome emblematico: “I coppi rossi”.

La trama.

Una madre fugge dall’ospedale di Cuneo assieme al suo bimbo appena nato e scompare nel nulla. In seguito, le pagine dei giornali riportano una sconvolgente notizia:

<<Matilde Lusso, ostetrica in pensione, è stata uccisa a coltellate, in modo brutale, nella sua abitazione, a Roddi, dove viveva>>.

Unico indizio è rappresentato da un album in cui la vittima riportava tutte le immagini dei bimbi che aiutava a nascere. Per il resto non vi sono traccie per il Pubblico Ministero. La dottoressa Bianco si reca a Cuneo e chiede supporto ad una sua collega per confrontare una sua idea.

Fra le due nasce un simpatico sodalizio:

<<La parte della cattiva la farò io, dice la collega cuneese>>.

Cosa di cui la Bianco non aveva dubbi. Sorridono per poi ritornare subito serie perché c’è poco da scherzare con il delitto scoperto da poco.

L’enogastronomia delle Langhe e Roero.

Oltre ai vini come Barolo e Barbaresco nel libro si parla anche di enogastronomia e si cita il dolce la RoLa, che è la sintesi di due territori a cui devono il nome. Scopriamo anche un Mauro Rivetti che sa promuovere.

La vendetta.

Alcuni personaggi sono assetati di vendetta, anche se sono passati moltissimi anni. Il ricordo li attanaglia:

<<è facile dire che vivi negli occhi di molti, soffri negli occhi di pochi.>>

Questa è la frase che ne esce fuori. Non ci sarà perdono e non tutti si salveranno.

Le indagini continuano.

I morti ammazzati crescono e le indagini sono in stallo, ma sono come a ping pong, la pallina va da un campo all’altro senza sosta.

Un enigma da risolvere per il pubblico ministero, Teresa Bianco che aveva chiesto aiuto alla sua collega perché anche la Chiesa che tutto vuole, minimizza essendo coinvolta.

Il passato ritorna e molti hanno qualcosa da farsi perdonare ma alla fine si verrà a capo del mosaico di indizi e si scoprirà un’amara verità.

Tommaso Lo Russo

Redazione Sfumaturedigiallo.it

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