Giorgio Ballario – Uno sguardo sugli autori
Giorgio Ballario è nato a Torino nel 1964.
È giornalista appassionato di storia. Ha lavorato per l’agenzia di stampa Agi. Nel frattempo è stato corrispondente per diversi quotidiani nazionali e redattore del settimanale Il Borghese.
La carriera
Nel 1999 ha cominciato a lavorare a La Stampa, dove continua ad occuparsi di cronaca nera e giudiziaria. Il suo esordio è con il racconto “My Generation” con cui ha partecipato all’antologia “Crimini di piombo” (Laurum Editrice, 2009).
Il romanzo di cui faremo, a breve la postfazione, “Morire è un attimo” risulta il primo classificato al Premio Letterario Internazionale Arché Anguillara Sabazia 2010.
Nel 2013 ha vinto il Premio GialloLatino con il racconto Dos gardenias, pubblicato da Mondadori.
Dal 2014 è presidente di Torinoir, collettivo di giallisti torinesi di cui Edizioni del Capricorno ha pubblicato Porta Palazzo in noir (2016), Il Po in noir (2017) e Il destino dell’avvoltoio (2018).
Tra i suoi libri possiamo citare:
- Niente di personale,
- Il destino dell’avvoltoio,
- Le nebbie di Massaua,
- “ La nuova indagine del maggiore Aldo Morosini”, a cui segue “Fuori dal coro”, “Eretici, irregolari, scorretti” del 2017.
- Vita spericolata di Albert Spaggiari,
- Le rose di Axum,
- Un’indagine del maggiore Morosini,
- Intrigo ad Asmara,
- Una donna di troppo
- La seconda indagine del maggiore Aldo Morosini nell’Africa Italiana.
- Il primo caso del malinconico detective Hector Perazzo: Il volo della cicala.
- Nero Tav,
ed il più recente Fuori dal coro, del 2017 oltre a racconti in svariate antologie giallo-noir.
Conclusioni
Giorgio Ballario è uno scrittore che amerete subito e che vi coinvolgerà, dilettandovi con la sua geografia frammista alla storia di un’epoca che ha avuto tanti torti, ma che ha realizzato qualcosa di utile abbinata a colpe che mai potremo perdonare.
Giorgio Ballario non vuole riscrivere la storia, ma raccontarla attraverso i suoi racconti. Noi non vogliamo essere nostalgici e nemmeno l’autore dei romanzi intende farlo.
Tommaso Lo Russo




