L’orribile Karma della Formica – Di David Safier
Sarà per il periodo, ma mi sono letto uno degli ultimi romanzi di David Safier, forse il migliore che, però non aveva bisogno di un supplemento come invece c’è stato con L’orribile Karma colpisce ancora, giova a sentirsi più buoni.
Il libro è una sorta di favola per la quale, come Dante, per la Divina Commedia, ricorse alla guida di Beatrice; lo scrittore sceglie, come accompagnatore, Giacomo Casanova.
La favola di David Safier è un mix di battute alla Arbore e Boncompagni, citazioni non impegnative di Keanus Reeves e una rilettura e reinterpretazione di Giacomo Casanova che, non era solo un amante da Le Mille e una notte, tanto che il suo nome è diventato sinonimo di play boy e si dice infatti casanova, ma era anche un prolifico scrittore.
La trama
Kim Lange, affascinante e spregiudicata conduttrice televisiva di un’emittente tedesca, muore in un modo sorprendente perché viene investita dai detriti di un razzo i cui resti cadono sulla Terra e, con tanto spazio, proprio sulla sua testa.
Prima di morire vince un premio, ma durante la premiazione il procace vestito Versace che indossa, di una taglia più piccola, si strappa lasciandola, sotto i riflettori a sedere nudo. Purtroppo, non indossa le mutandine.
Ritiratasi in camerino, mentre sta piangendo arriva Daniel Kohn e la consola.
L’umiliazione del vestito strappato fa pendent con una delle migliori storie di sesso della vita di Kim.
Da morta, si reincarna, prima in una formica e poi in tante altre specie fino a ridiventare, finalmente un esser umano, ma donna cannone.
Sempre da formica, scopre che il marito si sta consolando con una sua amica e ne è gelosa.
Quando si tratta di corna è piacevole metterle, ma riceverle molto meno.
Lei, anche da formica non sopporta l’infedeltà del marito, nemmeno se è reincarnata.
Nonostante sia una favola, Safier, anche da uomo, ci prova a comprendere l’animo delle donne e, a fare autoironia e analisi dei comportamenti che, in Kim, non sono stati sempre corretti e, almeno da reincarnata, vorrebbe porvi rimedio.
Nel romanzo si legge: «Entrerò già adesso nel Nirvana?» Buddha annui. «Ma io non sono ancora quel tipo di persona pacata che trova pace in se stessa. Non sono quel tipo di persona che vive in armonia con il mondo e ama tutti gli esseri umani sulla Terra, indipendentemente da chi e da come siano».
Essere buoni quando va tutto bene, forse è più facile, ma le favole insegnano e poiché è una favola, si può passare da una all’altra «vivere con la paura di avere paura» non va bene.
Safier invita a cercare con ironia e coraggio a trovare, in se stessi, la forza per andare avanti e.… nelle favole vissero tutti felici e contenti.
Tommaso Lo Russo