La versione di Fenoglio
In occasione del centenario dalla nascita di Beppe Fenoglio, il romanzo “La versione di Fenoglio”, di Gianrico Carofiglio, è stato presentato presso la sala consiliare della città di Alba venerdì 2 settembre e, alla sera, presso l’Arena Guido Sacerdote, è stato riproposto attraverso una lectio magistralis dello stesso scrittore che, in fatto di parole e di marketing non è secondo a nessuno.
Non abbiamo capito, durante la conferenza stampa, se gongolasse più il presidente del Centro Studi Beppe Fenoglio, Riccardo Corino, accompagnato dalla onnipresente Margherita, figlia del celebrato scrittore Fenoglio, o lo stesso Carofiglio.
Il romanzo giallo, seppur pubblicato da Einaudi nel 2019, approfitta di una vetrina eccezionale che è data dalla notorietà che sta avendo il Centenario di Fenoglio. Ad onor del vero, non ci sembra che nessuno dei due, intendiamo il Centenario così come Carofiglio, abbiano bisogno di lustro ulteriore.
Tuttavia, il marketing è marketing e il valore dell’uno accresce quello dell’altro. A parte questo, non ci pare che nessuno abbia chiesto royalties, ma l’operazione è interessante e di effetto.
Tanto che il mio amico Franco Fenoglio ha, per celia, ipotizzato di chiederle lui. Il libro è il terzo che ha come protagonista il maresciallo Pietro Fenoglio.

La trama
Il maresciallo dei carabinieri Pietro Fenoglio, ad oltre metà della sua carriera, segue una lunga sessione di fisioterapia in seguito a un’operazione all’anca. Il congedo si avvicina e Fenoglio ripercorre le fasi della sua lunga ed avvincente carriera. In altre parole vuole fare il punto degli alti e bassi che lo hanno visto protagonista.
La sua fisioterapista è l’avvenente ma imperscrutabile Bruna, personaggio che però rimane un po’ marginale. Durante il percorso rieducativo conosce Giulio, un giovane studente di Giurisprudenza che ha un’unica certezza: non seguire le orme del padre avvocato. Una decisione sofferta che gli crea malessere.
Il ragazzo è reduce da un grave incidente d’auto ed è lá per la fisioterapia.
Al contempo il maresciallo gli narra le sue precedenti esperienze investigative e diventano amici e confidenti e ciascuno, a modo suo, scava nell’anima e sensibilità dell’altro. Nonostante sia un buon ascoltatore, il giovane non entrerà mai pienamente in sintonia col maresciallo.
In questo percorso all’interno di sé bisogna lasciar perdere le menzogne che ciascuno di noi si lascia alle spalle e che ti segnano l’anima.
«C’è la menzogna per la sopravvivenza individuale e collettiva: la verità sempre e comunque è un’idea astratta, un obbligo che può confliggere con l’imperativo morale».
In tutti i suoi personaggi, e Fenoglio non fa eccezione, Carofiglio è bravo ad indagare l’animo umano, le sue sofferenze, perplessità, inganni e affanni. E ognuno ritrova un po’ di sé nel libro che sembra essere scritto per qualcuno che si conosce e riconosce.
Conclusioni
La versione di Fenoglio è un romanzo meno appassionante e coinvolgente di altri che, tuttavia, si legge tutto d’un fiato, ma lascia sgomenti e inappagati. Di sicuro non il romanzo migliore di Gianrico Carofiglio che lascia un po’ perplessi.
Se investigare è un’arte, lo è altrettanto indagare la vita.
Buona lettura
Lucia Bosia



