Già al primo romanzo con “Un delitto fatto in casa“, Gianni Farinetti centra l’obiettivo e diventa scrittore di successo. Nel 1996, nel suggestivo scenario del castello di Grinzane Cavour, l’allora Patron dell’omonimo Premio letterario, Giuliano Soria, gli attribuisce l’ambito Premio.
Un libro di ben 425 pagine, edito da Marsilio, che scorre tuttavia veloce fornendo un quadro esauriente di tutti i personaggi e profili psicologici abbinati ad una descrizione quasi fotografica delle scene ivi descritte.
Non dimenticando di richiamare alcuni strafalcioni che circolano nella collettività e sono segno che i comici non hanno nulla da inventare in quanto attingono alla realtà. Fra questi, nel romanzo si cita “le ha dato l’Autan” al posto dell’aut aut; ma anche sobbalzo al posto di soppalco; anche altre parole più impegnative come kilt, la gonna, che diventa tilt e via di seguito.
Lo scenario del romanzo.
Dalle Langhe al Roero, con dovizia di dettagli sulle località, Torino e Cherasco, ma non solo, fino alla Liguria e alla Costa Azzurra, dove uno dei personaggi ha casa e viene commesso il primo delitto.
Il casinò è l’altro ritrovo di alcuni personaggi con il desiderio di perdere una barca di soldi.
La trama
Una saga di famiglie benestanti, di cui una rischia di andare sul lastrico. Il tutto durante le feste natalizie.
Un Natale di sangue fra la Costa Azzurra e le Langhe. Un romanzo formidabile che si declina in tanti modi e soddisfa tutte le aspettative, anche quelle dei giallisti esigenti. Più che un noir è un giallo classico. All’autore, oltre a raccontare delitti, interessa maggiormente la descrizione di una certa società borghese che tratteggia alla perfezione.
In pochi giorni, a cavallo tra il 23 e il 27 dicembre, due morti turbano l’atmosfera natalizia. A Nizza, l’anziana Laide viene rinvenuta morta. All’apparenza si tratterebbe di un suicidio.
Sul versante italiano, nelle Langhe, l’ingegnere Guarienti, ricco imprenditore, muore in un incidente. Le due morti non sembrano collegate, ma paiono, di primo acchito, una un suicidio e l’altra una fatalità.
<<Dato che non le restano più di diciannove ore di vita prima di essere assassinata, la signora Adelaide Testa Simonis – Laide per gli intimi – e la sua casa in Costa Azzurra meritano una descrizione piuttosto minuziosa>>
La dimora
L’appartamento dove vive la signora è al quinto ed ultimo piano di un bianco palazzo floreale in Boulevard de Cimiez, a Nizza. È gradevolmente esposto a sud, verso il mare, e i terrazzi si affacciano su un giardino in parte privato (per gli appartamenti a piano terra), in parte condominiale.
Il ritratto della borghesia torinese
Il romanzo descrive l’atmosfera sobria, elegante e anche un po’ d’antan che ammanta la famiglia torinese nell’immaginario collettivo.
L’altalena delle carriere
Sembra un paradosso: la carriera vertiginosa di Giuliano Soria che gli attribuì il Premio, nel lontano 1996, ebbe, per strascichi giudiziari, un tracollo drammatico e fulmineo. Per contro, quella di Gianni Farinetti prosegue alla grande e, a noi, come organizzatori di Rosa in giallo e…noir, piacerebbe averlo al Salotto Letterario di Bossolasco.
Un finale a sorpresa chiude il romanzo, tra tradimenti, nuovi amori, sospetti ed intrighi.
Buona lettura, ora disponibile anche in versione kindle.
Crediti: Cloud7, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons
Tommaso Lo Russo