Recensioni di libri

Il caso dell’abominevole pupazzo di neve, un thriller di Nicholas Blake

Giunti Editore ha recentemente pubblicato il romanzo di Nicholas Blake, Il caso dell’abominevole pupazzo di neve (titolo originale: “The case of the abominable snowman”) uscito la prima volta, nel lontano 1941.

La traduzione, per la versione italiana, è di Roberto Serrai e fa parte della collezione “Le chiocciole”.
Il libro, nonostante gli anni, non ha perso il suo fascino. Un romanzo leggero che scorre veloce con qualche nota artistica sparsa qua e là a connotare la cultura del suo autore.

Un caso di suicidio?

Spiriti e indemoniati fanno pendant con il mistero della camera chiusa già trattato da altri autori. Il corpo rinvenuto, in prima analisi, fa pensare al suicidio della persona trovata nella stanza di una dimora storica.

Il caso dell’abominevole pupazzo di neve è il settimo volume della serie gialla dedicata all’investigatore privato Nigel Strangeways: Il lavoro è del poeta Cecil Day-Lewis che lo pubblicò avvalendosi dello pseudonimo di Nicholas Blake.

Lo scenario del romanzo

È la località di “The Dover House, Esterham Manor, Nell’Essex”, sommersa da una coltre di neve che, continuando a scendere, ricopre quasi subito i valichi appena aperti per far passare le persone.
Il romanzo cita anche altri luoghi della campagna inglese.

La trama

Manca poco a Natale. Le campagne di Easterham Manor sono imbiancate da un manto di neve, mentre le strade sono completamente ghiacciate e la famiglia Restorick è radunata a Dower House con amici e parenti. Mentre i bambini giocano a costruire pupazzi di neve, gli adulti si intrattengono nella grande casa tra gossip e sedute spiritiche.

Nigel, investigatore e Giorgia, sua moglie, ricevono, una lettera da Clarissa Cavendish per recarsi ad investigare su un caso di spiritismo e di una morte sospetta, avvenuta per impiccagione.

Elizabeth Restorick, la morta, era tutto fuorché depressa.

Le regioni del suicidio sono quindi inspiegabili e dubbiose. Come può una persona che vuole suicidarsi a truccarsi e spegnere le luci?

Nigel Strangeways arriva in città per indagare sugli strani fenomeni susseguenti alla seduta spiritica che, invece di evocare lo spirito di un vescovo, ha fatto impazzire il gatto di famiglia che si butta ripetutamente contro un muro.

A parte il caso della gatta c’è da indagare su Elizabeth Restorick trovata impiccata nella sua stanza.
Nigel si troverà a indagare, nuovamente, assieme all’amico ispettore Blount di Scotland Yard.

Suicidio? Strangeways capisce al volo che c’è qualcosa che non va.

Sono molti gli indizi contrastanti. Tutti gli ospiti della casa, dallo scrittore innamorato, al medico che l’aveva in cura, al fratello troppo devoto, fino all’amica gelosa hanno qualcosa da nascondere e dicono mezze verità quando non dicono bugie.

L’unica certezza è che qualcuno sta cercando di depistare le indagini e sviare i sospetti. Ma non scappa nulla all’affascinante e erudito Nigel Strangeways.

La casa da brividi. La paura attanaglia i nervi a fior di pelle di tutti quelli che vi vivono. Georgia è preoccupata dice al marito che avrebbe preferito non aver accettato l’invito.

Abbiamo sempre sostenuto che il giallo è una finestra sulla realtà e continuiamo ad esserne convinti.
Il caso dell’abominevole pupazzo di neve è un bel romanzo che è la riscoperta di un classico del periodo d’oro del giallo

Buona lettura

Lucia Bosìa

Redazione Sfumaturedigiallo.it

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