Luc Besson: il maestro del thriller d’azione e della Femme Fatale
Luc Besson è uno dei registi più influenti del cinema contemporaneo, noto per il suo stile visivo distintivo, la sua capacità di creare personaggi forti e memorabili, e la sua passione per l’azione.
La sua carriera, iniziata negli anni ’80, ha attraversato diversi generi, ma è stata definita soprattutto dal suo approccio innovativo all’azione e dalla rappresentazione di protagoniste femminili potenti e complesse. In questo articolo, esploreremo il suo stile cinematografico, i temi ricorrenti nel suo lavoro e i film che hanno segnato la sua carriera.
Si avvicina fin da giovane all’arte visiva
Luc Besson nasce a Parigi il 18 marzo 1959. Figlio di due fotografi, cresce in un ambiente che lo avvicina fin da giovane alla fotografia e all’arte visiva. Il suo interesse per il cinema si sviluppa presto, e dopo aver frequentato il Lycée Carnot e la scuola di cinema di Parigi, inizia a lavorare nel settore come assistente alla regia e sceneggiatore. Il suo primo film, Le Dernier Combat (1983), è una pellicola di fantascienza post-apocalittica che gli consente di farsi notare per la sua capacità di mescolare atmosfere futuristiche e umanità.
Il vero successo arriva però con Subway (1985), un film che segna l’inizio della sua collaborazione con l’attore Jean-Paul Belmondo e della sua notorietà internazionale. Da lì in poi, Besson diventa un nome conosciuto, con una serie di film che lo consacrano come uno dei principali registi del cinema d’azione e di genere degli anni ’80 e ’90.
I suoi film più celebri includono:
- Le Grand Bleu (1988), una storia epica di amicizia e passione per il mare,
- Nikita (1990), un thriller che introduce il personaggio della femme fatale moderna,
- Léon (1994), un cult che racconta il legame tra un killer e una giovane ragazza,
- e Il quinto elemento (1997), un’avventura fantascientifica ricca di effetti speciali.
Oltre a regista, Besson è anche produttore e sceneggiatore di numerosi film di successo, come Taken (2008), che, pur non essendo diretto da lui, ha il suo imprinting narrativo.
Lucy (2014) è un altro dei suoi film di successo ed esplora la possibilità di espandere le capacità del cervello umano, con una protagonista che acquista poteri straordinari.
Lo stile visivo e narrativo
Il cinema di Luc Besson è facilmente riconoscibile grazie a una serie di tratti distintivi che ne definiscono lo stile. Primo fra tutti è l’uso spettacolare della cinematografia, che si sposa con un senso di dinamismo e di urgenza. La sua passione per l’arte visiva emerge sin dal suo debutto, con l’uso di colori vivaci, composizioni audaci e scene d’azione coreografate con precisione. Un esempio chiaro di questa estetica è Le Cinquième Élément, dove l’uso di una scenografia futuristica e di effetti speciali in grado di creare un mondo visivamente straordinario è al centro della narrazione.
Besson è noto anche per il suo approccio alle storie, che spesso combinano elementi di genere con riflessioni più profonde sui temi della solitudine, dell’identità e della ricerca di un significato.
Il suo interesse per la psicologia dei personaggi è evidente in opere come Léon, dove il protagonista, un sicario solitario, sviluppa una relazione improbabile con una giovane ragazza, Màthilda, interpretata da Natalie Portman. Il film esplora temi come l’infanzia perduta, la redenzione e la solitudine, pur mantenendo un ritmo rapido e una tensione costante.
La figura della femme fatale è un altro elemento centrale del cinema di Besson. Personaggi come Nikita, interpretata da Anne Parillaud in Nikita e Mathilda in Léon, sono donne forti, determinanti, che devono confrontarsi con un mondo violento, spesso in ruoli di crescita o di riscatto.
Questi personaggi sono lontani dalle figure tradizionali delle eroine da film d’azione: sono complesse, vulnerabili e pericolose.
La visione delle donne nel cinema
Uno degli aspetti più interessanti del cinema di Luc Besson è il modo in cui ha plasmato la figura della donna nel cinema d’azione. Le sue protagoniste non sono semplici “ragazze in pericolo” o oggetti del desiderio: sono donne che, pur confrontandosi con il dolore e la sofferenza, riescono a emergere come figure di forza.
Questo approccio innovativo si concretizza in film come Nikita, dove la protagonista è una giovane donna che, dopo essere stata arrestata per crimini violenti, viene trasformata in un’agente segreto, trovando una nuova identità attraverso il potere e la violenza.
Lo stesso accade con Léon, dove la giovane Mathilda diventa il centro emotivo del film, trasformando un sicario spietato in una figura quasi paterna.
Anche in The Messenger: The Story of Joan of Arc (1999), Besson esplora la figura di una donna forte, ma questa volta attraverso la storia di Giovanna d’Arco, la quale è ritratta come una leader di una battaglia epica e religiosa, affrontando la guerra, la fede e la sua morte.
La regia di Besson in questo film è intensa, con un uso di scenografie imponenti e scene di battaglia che pongono la protagonista al centro di un dramma storico e personale.
Una figura centrale nel panorama cinematografico internazionale
Luc Besson è uno dei registi più versatili e riconoscibili del cinema moderno. La sua capacità di mescolare generi diversi, il suo talento per la narrazione visiva e il suo approccio innovativo ai personaggi femminili hanno definito la sua carriera.
Con un occhio sempre attento alla psicologia dei suoi protagonisti e un’impronta stilistica che lascia il segno, Besson continua a essere una figura centrale nel panorama cinematografico internazionale.
Marco Asteggiano




