Zecharia Sitchin: una vita alla ricerca degli Antichi astronauti di Nibiru

L’epoca a cavallo tra il XX ed il XXI secolo ha potuto assistere al sorgere di molti misteri, persino su scala globale. Tra coloro che hanno vissuto negli ultimi decenni, in particolare, vi sono persone che faticano, ancora oggi, a dare delle risposte a ciò che hanno vissuto in prima persona o del quale hanno solo sentito dire.

Proprio nell’intento di inseguire alcune di queste risposte, riguardanti, in particolare, i quesiti sull’origine dell’umanità, lo scrittore Zecharia Sitchin subì, nel corso della sua vita, numerosi ostracismi da parte della comunità scientifica internazionale.

Sarà solo il tempo a far emergere quelle risposte e a concederci, un giorno, il diritto di sapere se le sue teorie fossero realtà o semplice suggestione.

Breve biografia

Zecharia Sitchin nacque nel 1920 a Baku, nella Repubblica Socialista Sovietica Azera, la stessa che prende oggi il nome di Azerbaigian.

Trasferitosi, in seguito, nella Palestina Britannica di allora, si specializzò nello studio delle lingue antiche e moderne, ma anche nell’Archeologia e nei Testi biblici, per poi laurearsi, anni dopo, in Storia economica presso l’Università di Londra.

Trasferitosi a New York, concluse la sua vita nel 2010, dopo essere stato anche giornalista ed editore, ma sempre difendendo la “sua” verità.

Il Sitchin pensiero

In qualità di scrittore, è noto per aver realizzato il suo primo libro nel 1976, con il titolo “Il pianeta degli Dei” (Edizioni Piemme per l’Italia), ma anche numerose opere successive, sempre collegate alla prima opera.

Sua la teoria secondo la quale, l’umanità sarebbe stata creata da una civiltà extraterrestre denominata “Annunnaki”, ovvero gli ipotetici “Antichi astronauti” provenienti dal misterioso pianeta “Nibiru”, detto anche “Il distruttore”, del quale sarebbero stati a conoscenza gli antichi Sumeri.

Sempre secondo Sitchin, una luna di Nibiru, la cui rivoluzione sarebbe di circa 3.600 anni, si sarebbe scontrata, nell’antichità, con un secondo pianeta di nome “Tiamat”, il quale, spaccandosi in due, avrebbe generato prima la Terra e poi la fascia degli asteroidi presente a metà del Sistema Solare, le quali sarebbero entrambi, di conseguenza, il frutto di una collisione planetaria.

Prove a carico delle teorie di Sitchin sarebbero, tra le altre, molti dei reperti archeologici e megalitici sparsi per il globo, la cui realizzazione, in molti casi, potrebbe essere spiegata dall’intervento di una ipotetica tecnologia superiore.

Tra i reperti, va ricordata la famosa tavola sumera raffigurante 12 corpi celesti nel sistema solare, Sole compreso. Va ricordato che la stessa è stata realizzata da una civiltà, i Sumeri, per l’appunto, che non avrebbe dovuto conoscere nemmeno l’esistenza di Giove.

Per Sitchin, un’antica guerra nucleare avrebbe cancellato la civiltà degli Annunnaki dalla storia, come proverebbe la presenza di ipotetici resti di esplosioni radioattive in Africa.

Memento audere semper

Se, da un lato, le opinioni di Sitchin furono contestate in diverse occasioni dall’archeologia e dalla scienza ufficiale, che le bollò regolarmente come pseudoscienza, dall’altro lato, non va dimenticato l’esempio che egli diede alle generazioni future: quello di osare sempre e di non smettere di combattere mai per quello nel quale tutti noi crediamo.

Non vi sono fatti che lo dimostrano in via definitiva, non è ancora possibile sapere con certezza se gli Annunnaki siano realmente esistiti o se gli esseri umani siano davvero i loro eredi, quindi, quelle di Zecharia Sitchin restano, ancora oggi, le sue opinioni.

La Scienza, è vero, è basata sui fatti, non sulle opinioni, ma, allo stesso tempo, si può dire che non esisterebbe la Scienza senza la fede nei risultati della ricerca. Chi lo può dire? Magari, un giorno, la fede e la tenacia che Sitchin ha dimostrato, per tutta la vita, nei risultati delle proprie ricerche sarà, persino, a lui ripagata.

Marco Asteggiano

About the author

Stiamo lavorando per migliorare la vostra esperienza online.